Peggiora l’aria della Pianura Padana, così i cittadini si espongono ai rischi atmosferici
Il nord Italia sta soffrendo enormemente per l’inquinamento: i dati sono fuori qualsiasi controllo e superano di gran lunga i limiti.
Se ne parla ormai da anni ma il problema non viene mai affrontato. La Pianura Padana ha la più alta concentrazione industriale del Paese, da Bologna fino poi ad espandersi verso Milano, Torino e Venezia. Parma, Bologna, Torino e Milano, sono i punti nevralgici per l’inquinamento. Per lunghi periodi le zone raggiungono livelli molto più alti di quelli consentiti, eppure nessuno prende seriamente in mano la situazione.
Questo perché il motore principale dell’Italia è lì e questa situazione devastante sembra rappresentare il prezzo da pagare. Non la pensano così le persone che abitano in quei luoghi e che si ritrovano figli che nascono con asma e problemi respiratori, per non parlare della concentrazione di tumori alle vie aeree, che sicuramente non per casualità, ha i picchi più alti in Italia nella provincia Torinese.
Parma anni fa ebbe ‘problemi’ con i rilevatori di inquinamento, in particolare alcuni presenti nel centro, nelle zone con più traffico, vennero messi in disuso perché alzavano troppo i livelli e ne vennero attivati altri un po’ fuori dal centro.
Livelli di inquinamento due volte superiori al limite consentito dall’Unione Europea, la Pianura Padana diventa un aerosol di polveri sottili
Tra palazzi grigi e aria pesante, chi vive al nord sa che danni sta facendo alla sua salute. Più volte è stato anche sostenuto dai medici che con livelli così alti di polveri sottili nell’aria si dovrebbe uscire di casa con FFP2, eppure, anche per non generare panico, ancora nessuno lo fa. Adesso che tutta l’attenzione dei media è concentrata sull’inquinamento, vien fuori il problema e se ne parla di più, ma è bene dire che sono già anni che la situazione è incontrollabile.
I nuovi studi dell’ESA hanno comunque rilevato un superamento della soglia massima degli standard di inquinamento concessi dall’Unione Europea, PM10. Nell’ultimo mese, in particolare, pessimi i dati dell’aria per tutta la zona della Pianura Padana hanno acceso non poche preoccupazioni per la salute umana. A creare questi picchi sia le grandi aziende, sia il traffico, che l’alta densità di popolazione e le caratteristiche meteorologiche e geografiche.
In un mese, per diversi giorni si è superata la concentrazione dei 50 μg/m3, arrivando spesso a superare anche i 100, come hanno dimostrato i video pubblicati dall’ESA. Una situazione più che allarmante considerando il fatto che quell’inquinamento non solo si riversa nei nostri polmoni, ma arriva sul cibo che mangiamo quotidianamente, perché si deposita sui terreni dopo le lunghe piogge. L’informazione è già un primo passo per affrontare il problema ma bisognerebbe fare di più.