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L’UE fallirà anche un altro appuntamento con l’ambiente: riviste le stime per la riduzione del gas serra

Ridurre l’inquinamento è uno dei grandi obiettivi, ma gli ostacoli sono veramente tanti. Cosa dicono i dati per ridurre i gas serra: tutti i dettagli

Si lavora da anni per ridurre drasticamente le soglie preoccupanti dell’inquinamento. Lo scorso 6 febbraio, infatti, si è riunita la Commissione europea che ha presentato i target per ridurre le emissioni entro il 2040. Si tratta di un progetto ambizioso che punta veramente in alto.

La strategia è quella di ridurre lo stoccaggio dell’anidride carbonica nel settore dell’industria in Europa. Grazie a queste scelte, infatti, si potrebbero ridurre i gas serra, ma solo dell’82% rispetto a quanto accadeva negli anni Novanta. La denuncia arriva direttamente da Greenpeace che ha chiesto un intervento più forte.

L’allarme di Greenpeace: cosa sta accadendo

La politica europea si mobilita per raggiungere i target in programma nel 2040 sulla questione del clima. Da Bruxelles sono convinti di poter mettere un freno alla crisi climatica. Ma gli ambientalisti rispondono a tono e non credono a questi tagli delle emissioni, quasi come se si trattasse di una magia. I numeri reali sono infatti preoccupanti e prevedono degli obiettivi da raggiungere entro il 2040. Greenpeace non è però convinta e ribadisce che l’ultima bozza sui provvedimenti da adottare non sarebbe convincente, anzi.

La denuncia di Greenpeace per gli obiettivi dell’Ue disattesi (foto ANSA) – biopianeta.it

L’obiettivo ambizioso è quella di una riduzione dei gas serra del 90% rispetto ai livello del 1990: il tutto dovrebbe essere fatto entro il 2040. Questa è la soglia minima indicata dall’organo scientifico della Commissione europea sulla questione climatica (Advisory Board sul Clima dell’Unione Europea). Questi dati emergono da un rapporto dello scorso giugno, fra l’altro confermato poco tempo fa. Ma secondo Greenpeace, invece, i tagli delle emissioni potrebbero non andare oltre l’82%, ma il restante 8% sarebbe risolto dalla cattura e dallo stoccaggio dell’anidride carbonica.

Al contempo, inoltre, la Commissione non avrebbe fissato degli obiettivi per ridurre e catturare CO2. Ma il testo diffuso non avrebbe previsto delle date certe per l’addio, seppur graduale, legato alle fonti di origine fossile. Ciò darebbe di fatto ampio spazio alla diffusione di petrolio e gas. Dai documenti si ribadisce che i dati “menzionano comunque esplicitamente l’uso del petrolio nei trasporti (stradali, marittimi e aerei) e del gas fossile nell’industria, nell’edilizia e nel settore energetico“, si legge.

La critica di Greenpeace non si ferma e denuncia la possibilità di annullare la transizione energetica. “Il settore energetico ha già abbandonato l’idea di utilizzare la cattura del carbonio, poiché altri modi per decarbonizzare sono più economici e più facili da implementare”, conclude la nota.