Giorni della Merla, il cambiamento climatico sconvolge la tradizione: “La natura va in tilt”
In questi giorni della merla stiamo assistendo ad un cambiamento climatico senza precedenti. Vediamo insieme il perché e cosa dicono gli esperti.
Il clima ormai sembra essere impazzito. Anche in Italia stiamo assistendo ad alcuni fenomeni meteorologici che prima erano caratteristici solo delle zone tropicali. In estate abbiamo avuto un caldo anomalo con temperature record sopratutto al Sud e nelle isole. Anche le Alpi hanno risentito di questo clima con la neve che non si è formata durante la stagione invernale. Per tutti gli amanti del freddo, c’era quindi grande attesa per i giorni della merla.
Ma cosa sono e quando ricadono? I giorni della merla altro non sono che gli ultimi tre giorni del mese di gennaio e quindi il 29, 30 e 31. Secondo una tradizione popolare, legata al clima e alle condizioni meteorologiche, si credeva che questi giorni fossero i più rigidi e freddi dell’intera stagione invernale. Ci sono diverse leggende legate a questo nome, la più accredita vuole una merla (che generalmente era bianca) rifugiarsi in un camino per ripararsi delle temperature basse. La fuliggine però la rese nera.
I giorni della merla, caldo anomalo in Italia e nel mondo
Altre leggende vogliono che questi tre giorni siano importanti nel determinare la durata dell’inverno. Se le temperature sono miti, il freddo durerà per molto, se invece il termometro scende di colpo vuol dire che sta per avvicinarsi la primavera. In questi ultimi giorni di gennaio, sull’Italia vige un anticiclone che ha portato le temperature sopra la media stagionale. E la situazione non migliorerà nei primi giorni di febbraio sia in Italia che nel resto del mondo.
Basti pensare che in una città vicino Valencia si sono registrati 30 gradi. Secondo gli esperti di 3bmeteo: “I famosi giorni della Merla saranno caratterizzati da queste condizioni. Saranno soprattutto le montagne a far registrare le maggiori anomalie con temperature massime fino a 10/12°C superiori alla media su Sardegna, Alpi e Appennino centro settentrionale“.
Da qui è scattato l’allarme della Coldiretti con diverse colture e soprattutto l’olio, a rischio. Inoltre c’è già una carenza d’acqua e siccità in molti bacini idrici, un dato che non consente di irrogare bene i campi. “Le alte temperature mandano la natura in tilt e favoriscono in tutte le piante il risveglio anticipato anche con fioriture fuori stagione“. Potremmo quindi già vedere fiorire le mimose ma c’è il rischio che le nuove colture possano morire con un brusco calo di temperature previste dei prossimi giorni.