I passi in avanti per ridurre le emissioni di anidride carbonica sono stati fatti, ma la questione trasporti è un problema da non dimenticare: cosa dicono i dati.
L’Unione Europea si è spesa durante gli ultimi anni per ridurre le emissioni di anidride carbonica in diversi settori, ma c’è quello dei trasporti che fa registrare aumenti preoccupanti.
A certificarlo è una relazione speciale della Corte dei Conti europea. L’obiettivo è quello di porre l’attenzione su scelti e comportamenti tali da promuovere pratiche che rispettino la natura.
Emissioni anidride carbonica in Europa, cosa dicono i dati
Nonostante i punti negativi, però, la relazione evidenza fin da subito alcuni elementi positivi. Dagli anni Novanta al 2021, infatti, le emissioni di gas ad effetto serra hanno subito una drastica diminuzione: si va da 5 milioni di tonnellate annue a poco meno di 3.500. Conti alla mano, però, si evidenzia come l’approvvigionamento energetico abbia il 26% delle interesse emissioni dell’Unione (27 Stati membri).
Nell’arco di questi anni, intanto, le emissioni per l’approvvigionamento energetico sono calate del 44%, -35% per il settore industria e anche per i rifiuti, -27% per settore commerciale e residenziali, -22% per l’agricoltura. Chi fa invece registrare un segno “+” sono il trasporto aereo e quello marittimo (a livello internazionale).
Si tratta in questi due casi del 23% delle intere emissioni dell’Ue. Negli ultimi tempi, infatti, la quantità è aumentata del 16%. Dati alla mano, quindi, auto e camion inquinerebbero più ora che nel 1990.
Obiettivi a serio rischio
Di fatto rischiano di non essere raggiunti gli obiettivi del piano “Fit for 55“. Nonostante la Corte fosse in attesa di un regolamento per le emissioni di anidride carbonica, tale da ridurre le emissioni, il risultato non sarebbe stato raggiunto. La difficoltà evidente, infatti, risiede nel fatto che ci siano problemi, nella fase di controllo dei test sulle emissioni, da parte delle case produttrici delle autovetture.
A tal proposito la Corte dei Conti ha evidenziato che, continuando in questo modo, non sarà più possibile raggiungere gli obiettivi precedentemente fissati per migliorare le condizioni dell’ambiente. Gli obiettivi che guardano al 2030, relativi alla riduzione delle emissioni, sarebbero quindi lontani. La situazione è complicata soprattutto nel settore dei trasporti. Ora è il momento di agire e questo lo evidenziano i massimi esperti del settore, nonché i vari Paesi. Al momento poco o nulla è stato fatto per frenare l’aumento di anidride carbonica sul fronte dei trasporti. Il futuro non fa di certo dormire sonni tranquilli.