Ambiente, l’Europa sa già che non riuscirà a centrare i suoi obiettivi per il 2030: il drammatico report
Tutti gli obiettivi previsti dall’UE inerenti all’Ambiente sono ancora lontani dal traguardo: lo dimostra uno dei report di monitoraggio.
La prima relazione stesa dall’Agenzia europea per l’Ambiente (European Environment Agency, Aea), che è stata pubblicata poco prima della fine dell’anno, mostra come l’Europa sia ancora lontana dal raggiungere gli obiettivi prefissati entro il 2030, che sono 28.
Il piano per invertire la rotta dell’autodistruzione, se così possiamo dire, è ambizioso e su alcuni traguardi non mancano le perplessità. Però sembra che la pandemia abbia scombinato i piani e siamo ancora piuttosto indietro. Per capire la situazione, il report esamina i vari punti, analizzati e classificati in base a determinati indicatori.
Agenda 2030, siamo indietro e non si sa quali progressi faremo davvero: ecco perché
I punti per ottenere un ambiente migliore e di conseguenza anche una migliore salute per la popolazione europea sono vari e si concentrano su specifici comparti. Ma secondo il report stilato pochi giorni fa, quasi nessuno di questi punti ha ottenuto una classificazione rassicurante.
Ad esempio, nel report si citano la “Mitigazione del cambiamento climatico” e la “rimozione netta di gas serra da parte dei pozzi di assorbimento del carbonio”; questi due obiettivi sono stati classificati rispettivamente come “probabile ma incerto” e “improbabile ma incerto”.
Per quanto riguarda gli obiettivi che mirerebbero a diminuire le perdite economiche derivanti dal cambiamento climatico siamo, di nuovo, ad un raggiungimento “improbabile ma incerto”, così come il punto che mira al raggiungimento della protezione di aree terrestri, aree marine, uccelli comuni e ecosistemi forestali, nella misura del 30% entro il 2030.
Una nota positiva è data dall’obiettivo che mira a ridurre le morti per inquinamento, che secondo il report ha buone probabilità di successo.
Il punto invece denominato “Pressioni ambientali e climatiche legate alla produzione e al consumo dell’Ue” è quello che ha registrato risultati peggiori, stando sempre al report. L’obiettivo riguarda la riduzione dei consumi di energia primaria, il raddoppio di uso di materiali circolari e l’aumento del 25% delle superfici agricole biologiche.
Anche l’aumento dell’utilizzo delle energie rinnovabili e dell’uso da parte dei cittadini dei mezzi di trasporto pubblici non sembrano essere obiettivi facilmente raggiungibili, infatti sono stati classificati come “improbabili ma incerti”.
Sono numerosi, dunque, i punti che mostrano criticità. Il quadro che emerge dal report è chiaro: concettualmente è tutto molto facile ma poi nella pratica riuscire in breve tempo a trasformare completamente una società è tutt’altra cosa. In gioco entrano troppe questioni, in primis gli interessi delle grandi compagnie petrolifere, o dell’alimentazione, o della politica, e ovviamente la perpetua mancanza di denaro.