Di questi tempi, in un periodo di grande crisi ambientale, sta nascendo, in ogni parte del mondo e in tutti noi, una forte consapevolezza. Per rimediare ai disastri ambientali in corso, ogni Paese e ogni continente dovrebbe collaborare per tentare di salvare il pianeta dove viviamo, tuttavia, non è semplice far crescere questo pensiero in ogni mente, dunque non tutti seguirebbero determinate regole, né i Governi possono attuare dittature ambientali, ma ognuno di noi, nel suo piccolo, può iniziare a fare qualcosa.
Tutti potremmo iniziare a rispettare l’ambiente, nel nostro piccolo angolo di vita, seguendo le solite regole che ci sono state insegnate sin da bambini, ovvero, fare la raccolta differenziata, non gettare i rifiuti a terra, per strada, evitare di sprecare l’acqua inutilmente, migliorare l’efficienza energetica, passare alla mobilità sostenibile, favorire i prodotti a kilometro zero, aumentare l’uso delle energie rinnovabili, usare prodotti riutilizzabili, ma non solo. Possiamo anche comprare vestiti di seconda mano e di buoni materiali, che richiedono meno acqua, fatti di fibre riciclate, in questo articolo, infatti, andremo a vedere quali sono i dodici tessuti eco-friendly da acquistare quando si ha bisogno, per avere un armadio sostenibile.
Un armadio sostenibile che contiene abiti realizzati con i dodici tessuti eco-friendly: ma quali sono?
Se si vuole intraprendere una vita sostenibile, ecologica e dedita all’ambiente, c’è bisogno di cambiare molti aspetti del nostro comportamento e partendo dalle nostre abitudini, tra cui anche quelle legate allo shopping. Se ognuno di noi dovesse aprire il proprio guardaroba, analizzandolo, ci accorgeremmo di avere una miriade di vestiti che non indossiamo mai, proprio da questo punto dovremmo iniziare, facendo una cernita e devolvendo, in diversi negozietti vintage o in beneficenza, tutti quegli abiti che non tiriamo mai fuori dall’armadio, evitando di acquistarne altri senza averne davvero bisogno.
Inoltre, quando si ha la necessità di acquistare nuovi abiti, sarebbe meglio ridare una vita a quei vestiti che non vengono più utilizzati da molta gente, la quale ha deciso di rivenderli, piuttosto che buttarli. Il vintage sta andando sempre più di moda ed è una spettacolare, utile e funzionale maniera di riciclare. Oltretutto, quando si scelgono nuovi abiti, bisognerebbe favorire determinati tessuti, amici dell’ambiente, come questi dodici che andremo a presentarvi. Anche le grandi marche hanno deciso di rinnovarsi, orientando la loro produzione verso questi materiali, mentre nuovi brand nascono con questa filosofia, come Patagonia; Reformation; Stella McCartney; Vivienne Westwood e moltissimi altri.
Tra i tessuti ecosostenibili troviamo: il lino, originato da una pianta che necessita di poca acqua, utilizzato nella sua interezza, biodegradabile; la canapa, che cresce velocemente, richiede poca acqua e nessun pesticida, non impoverisce il suolo ed è una coltura carbon negativa; il cotone organico, senza uso di prodotti chimici, pesticidi o OGM, coltivabile con uno scarso utilizzo di energia e acqua; il cotone riciclato, ottenuto da rifiuti post-industriali e richiede meno energia e acqua del biologico; il bambù, proveniente dalle piante più veloci nella crescita, capace di sopravvivere solo con acqua piovana, raccolto senza uccidere la pianta, la sua coltura non viene molto controllata, dunque è meglio puntare sul bambù organico.
Lana e cashmere, nonostante provengano da animali, non è detto che non possano essere realizzati in modo ecologico, infatti, non c’è nulla di male nel chiedere da dove provenga quella lana chiamata “etica“, ci sono anche molti brand che parlano apertamente dei processi di produzione; Tencel è il nome di un tipo di lyocell, un tessuto realizzato con pasta di legno di alberi di eucalipto, in cui sono utilizzate solo foreste gestite in modo sostenibile, nonostante sia prodotto con sostanze chimiche, può essere recuperato e riciclato più volte; B Corp Ananas Anam è un brand che ha originato un nuovo materiale, ottenuto dai sottoprodotti della raccolta dell’ananas, che altrimenti sarebbero bruciati o sprecati.
Econyl, un materiale realizzato con rifiuti sintetici, come la plastica riciclata, tessuti di scarto, reti da pesca raccolte dai mari; Modal, una fibra semi sintetica ricavata dalla polpa dei faggi; Qmonos è un materiale giapponese, originato dai geni e i microbi della seta prodotta dai ragni, realizzando un prodotto resistente, leggero e biodegradabile, senza sfruttare animali; Reshi, una fibra che viene ricavata dal processo dell’apparato vegetativo dei funghi e la capacità che hanno di legarsi agli altri materiali, creando una finta pelle, testato per la prima volta dal brand di alta moda Hermès.