Apple nel mirino degli ambientalisti, l’Apple Watch è davvero “zero emissioni”? Tutta la verità
Il nuovo Apple Watch è davvero un prodotto green e sostenibile, con zero impatto ambientale, come pubblicizzato dall’azienda? Ecco la verità
Il nuovo Apple Watch è stato pubblicizzato e immesso sul mercato dall’azienda di Cupertino con una campagna pubblicitaria di grande impatto, volta a spiegare ai potenziali acquirenti che si trattava di un lancio di un prodotto speciale, sicuramente diverso dai precedenti. Un dispositivo 100% “carbon neutral”, cioè a emissioni zero.
Dove sta la verità? Si tratta davvero di un prodotto realizzato non producendo emissioni durante tutta la filiera? Oppure siamo davanti al solito slogan adatto al marketing? Bisogna chiarire alcuni punti in merito a questa vicenda, e ci hanno pensato gli ambientalisti che non hanno fatto sconti.
Apple Watch a emissioni zero, quanto c’è di vero
Prodotti sempre più sostenibili e a basso impatto ambientale. Apple lancia sul mercato gadget e dispositivi 100% “carbon neutral”, per arrivare all’abbattimento totale delle emissioni di tutta la filiera entro il 2030, come da agenda. Infatti, questo è l’obiettivo previsto dal piano Apple 2030 che mira a rendere pari a zero le emissioni per la produzione di tutti i prodotti del brand.
E sono partiti proprio da Apple Watch, definito carbon neutral solo per quelle configurazioni che includono anche una nuova serie di cinturini a impatto zero. Ma gli ambientalisti non ci stanno. Hanno criticato gli slogan pubblicitari della campagna tutta volta a evidenziare la sostenibilità di un prodotto che, in realtà, al momento non è a zero impatto reale, ma sfrutta i carbon credits.
Andiamo per ordine. Nel report pubblicato dall’ organizzazione no-profit “Institute of Public and Environmental Affairs” (IPE), si legge che Apple faccia greenwashing e climate-washing, che in realtà cioè, non produca il nuovo dispositivo davvero a zero emissioni di carbonio. In pratica si continua a inquinare. Alcuni fornitori di Apple non possono garantire un azzeramento di emissioni inquinanti.
Ne è consapevole la stessa azienda di Cupertino che ammette che la filiera produttiva non è attualmente al 100% a emissioni zero. Come invece sostiene essere per tutti gli altri settori e attività aziendali (uffici, store, data center, ecc.). Il motivo è che non tutte le aziende da cui si rifornisce Apple, molte delle quali sono in Paesi stranieri, seguono politiche di riduzione della produzione di CO2 nel processo produttivo e nel trasporto.
Per questo ci sono progetti per compensare la CO2 dispersa in atmosfera, che secondo l’azienda è pari a un 22% di impatto che non si può eliminare. Apple sostiene che ha all’attivo diverse iniziative al proposito attraverso l’uso dei carbon credits. Se poi tale strategia possa essere definita “a impatto zero”, resta un tema sul quale discutere.