Le previsioni degli scienziati sono inquietanti: uno tsunami devastanti potrebbe colpire nell’arco di 30 anni
Cos’altro deve accadere per spingerci a cambiare radicalmente la direzione verso cui stiamo portando il mondo? I cambiamenti climatici sono ormai in atto da tempo e bisognerebbe fin da subito mettere in atto azioni per invertire la tendenza. Il mondo ci sta lanciando segnali ripetutamente. E l‘ultima previsione fa tremare le vene dei polsi: bisogna aspettarsi uno tsunami devastante nei prossimi trent’anni.
Negli ultimi decenni, il nostro pianeta ha già sperimentato un aumento significativo della temperatura media globale, causando una serie di eventi meteorologici estremi che hanno avuto impatti devastanti su popolazioni, ecosistemi e economie. Ma la situazione sembra essere in netto peggioramento.
A preoccupare, in particolare, è l’aumento delle emissioni di gas serra, causate principalmente dall’attività umana, come la combustione di combustibili fossili e la deforestazione. Questi gas intrappolano il calore nell’atmosfera, causando un graduale ma costante aumento delle temperature globali.
Uno tsunami entro i prossimi 30 anni
L’aumento delle temperature globali ha un impatto diretto sulla frequenza e l’intensità degli eventi meteorologici estremi. Gli esperti prevedono che le ondate di calore, le inondazioni, i cicloni e gli incendi boschivi diventeranno sempre più comuni e distruttivi. Il 2023 che ormai volge al termine ha visto una serie di eventi estremi in tutto il mondo, tra cui incendi in Australia, alluvioni in Europa e ondate di calore in Nord America.
E adesso, gli esperti sono sicuri: uno tsunami di proporzioni devastanti potrebbe abbattersi sulle popolazioni nell’arco di massimo trent’anni. Tsunami è un termine giapponese per indicare i devastanti maremoti che, soprattutto per via di terremoti o altri eventi atmosferici estremi, colpiscono in maniera drammatica i luoghi limitrofi e le popolazioni che li abitano. Condizioni che, solitamente, identifichiamo come lontane, perché appartenenti ad altri tipi di clima. Ma il mondo, purtroppo, è cambiato.
E così, gli scienziati ci dicono che il Bacino del Mediterraneo, quindi, il Continente Europeo, quindi anche l’Italia, saranno a forte rischio tsunami per i prossimi trent’anni. A sostenerlo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura. Gli esperti, pur sottolineando che non esiste una probabilità del 100% che tutto questo accada, dicono che bisogna tenersi pronti a una forte eventualità.
Le zone più a rischio sono considerate la faglia di Averroè, nel mar di Alboran, la parte più occidentale del Mediterraneo. La Spagna, quindi, soprattutto, anche per il suo affaccio sull’Atlantico. E quindi le zone di Cadice e Huelva (in Andalusia). Ma nessuno può sentirsi escluso.