Il problema delle nanoplastiche sta raggiungendo livelli preoccupanti. Quella che era una terribile ipotesi si sta trasformando in realtà.
Fino a poco tempo fa eravamo preoccupati dell’inquinamento da plastica, pensando che la cosa peggiore fossero le “isole” di rifiuti nel mare. Purtroppo il problema è molto più ampio e sta compromettendo (forse irreversibilmente) la salute umana.
L’allarme arriva da numerosi studi, che via via sono aumentati di numero. Le plastiche non si degradano facilmente, ma più che altro si riducono in pezzettini sempre più piccoli, fino a diventare invisibili ad occhio nudo. A questo punto sono diventate nanoplastiche e, com’è intuibile, arrivano ovunque.
Oggi le nanoplastiche si trovano nell’acqua, nell’aria, nel terreno, e sono entrate anche nella catena alimentare. Per fare un esempio molto semplice, basti pensare ai pesci che le ingeriscono, poi vengono mangiati dai pesci più grandi, che poi l’uomo pesca e porta in tavola.
Le nanoplastiche si infiltrano in ogni parte del corpo umano, fin dentro le ossa, lo studio shock
Abbiamo detto che sono molti gli studi che stanno affrontando le conseguenze delle nanoplastiche sulla salute umana.
Dall’apparato digestivo, le micro particelle infinitesimali entrano in circolo nel sangue e arrivano a tutti gli organi, fino a comprometterli e arrivano anche al liquido amniotico o al liquido seminale. Un recente studio ha scoperto che le nanoplastiche si infiltrano anche nelle ossa. Lo studio è stato condotto da un team di ricercatori dell’Università di Milano e poi è stato pubblicato sulla rivista Journal of Hazardous Materials, al quale ha collaborato anche l’Università di Parma.
In sostanza, l’aumento della contaminazione ossea con le nanoplastiche potrebbe favorire un aumento esponenziale di malattie gravi a carico dell’apparato osteoarticolare. Gli studiosi affermano che hanno esaminato le cellule responsabili della salute delle ossa. Ogni tipo di cellula ha una funzione specifica e insieme garantiscono la crescita, il mantenimento e la riparazione del tessuto osseo durante tutta la vita.
Per capire gli effetti delle nanoplastiche su queste cellule, gli scienziati hanno esposto le ossa a nanoplastiche fluorescenti, in modo da poterle “seguire visivamente”. Purtroppo ciò che hanno scoperto non è rassicurante: le nanoplastiche compromettono la vitalità delle cellule, infiammandole, facendole morire e innescando processi degenerativi, che poi fanno iniziare le malattie.
Purtroppo siamo solamente all’inizio della comprensione dei danni che le nanoplastiche stanno facendo all’organismo, e viste le premesse non sembra che la situazione andrà a migliorare. La speranza è che questi studi permettano non solo di osservare gli effetti sulla salute umana ma anche di trovare cure risolutive.