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Piante carnivore in casa? Sono questi i 5 tipi che rendono unico il tuo arredamento

Avere in casa piante carnivore significa poter apprezzare tutto l’ingegno della natura! Ecco quali sono quelle più indicate.

Le piante carnivore si sono evolute grazie al loro ambiente originario (che fossero paludi, torbiere del sottobosco o anche zone rocciose) i cui terreni erano troppo poveri per fornire loro sali minerali. Devono quindi averli trovati naturalmente, nutrendosi di insetti, vermi e altri protozoi.

Sorprendenti e affascinanti, le piante carnivore hanno esigenze ben precise. Averli in casa significa innanzitutto poter fornire loro condizioni quanto più vicine possibile al loro ambiente naturale. Poste a dimora in vasi molto ampi, profondi almeno 40 cm, queste piante necessitano innanzitutto di luce, ma non necessariamente di sole diretto.

Piante carnivore in casa: cura e scelta “dell’inquilino” giusto

Per quanto riguarda il substrato utilizzato, sarà ovviamente il più povero possibile di nutrienti. Le piante carnivore come la Nepenthes, originaria delle foreste del sud-est asiatico, prospereranno in una miscela composta al 50% da muschio di sfagno vivo, al 20% da vermiculite, al 20% da sabbia e al 10% da corteccia stabilizzata. D’altro canto, le cosiddette piante palustri, come la Venere acchiappamosche o la Sarracenia, dovrebbero essere piantate con il 70% di torba bionda e il 30% di sabbia.

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L’irrigazione delle piante carnivore, esclusivamente con acqua piovana o demineralizzata, è l’elemento fondamentale per il loro mantenimento. Il loro terreno deve infatti essere sempre umido, ma mai fradicio. Nel complesso, l’irrigazione viene effettuata quotidianamente in estate, regolarmente in primavera e autunno e deve essere notevolmente ridotta in inverno.

Le piante osservano un periodo di dormienza, durante il quale è preferibile spostarle in un luogo fresco (un garage ad esempio). Altri due (grandi) errori dovrebbero essere evitati da chi ha piante carnivore in casa: usare fertilizzanti e nutrirle da soli. E sì, rischiano “indigestione” e il loro fogliame potrebbe diventare nero.

Sia che preferiate piante dotate delle cosiddette trappole attive (mascelle, mucillagini o aspirazione) o passive (urne, trappole, ecc.), è meglio scegliere prima la vostra pianta carnivora in base alla sua capacità di adattamento all’ambiente indoor. Per aiutarvi, ecco tre esempi: