Grazie a questa particolare IA potremo avere molte più gravidanze: come funziona
L’Intelligenza Artificiale è capace ormai di tutto: grazie all’IA si riescono a fare tante di quelle cose che prima sembravano impossibili da perdere il conto.
C’è chi ne ha paura, ma è vero anche che tra i molti impieghi dell’Intelligenza Artificiale quello nel campo scientifico sta facendo fare passi in avanti in moltissimi campi, non ultimo quello della fertilità.
Può sembrare impossibile, eppure è così: anche il campo della medicina può essere implementato dall’Intelligenza Artificiale, e in molti modi che nemmeno sono immaginabili. Come quello che è stato messo a punto alla University of Technology Sydney (UTS), in Australia, dal Dottor Steven Vasilescu, che sta portando avanti degli studi per ridurre l’infertilità maschile.
Ed è proprio in questo campo che il Dottor Vasilescu e il suo team stanno lavorando alacremente per mettere a punto un sistema rivoluzionario capace di ridurre, come risultato finale, l’infertilità maschile, che sembra affliggere almeno il 7% della popolazione di sesso maschile in tutto il mondo. Questo sistema dovrebbe avere come risultato quello di consentire l’avvio di un certo numero di gravidanze in più rispetto a quello attuale.
Intelligenza Artificiale in binomio con la fertilità
Fondatore dell’istituto provato NeoGenix Bioscenses, il dottor Vasilescu è un ingegnere biomedico che insieme ai suoi colleghi ha sviluppato un sistema chiamato SpermSearch. Una sorta di “radar per gli spermatozoi vitali: con questo sistema, gli eventuali spermatozoi vitali contenuti nel campione di sperma studiato, sezionato e scandagliato al microscopio, vengono isolati, estratti e successivamente iniettati in un ovulo. Si tratta ovviamente di un processo molto delicato, ma essendo molto veloce, riduce al massimo la possibilità di un fallimento proprio dei metodi tradizionali, ai quali servono almeno 6 o 7 ore per arrivare allo stesso risultato di SpermSearch, che invece ci mette qualche secondo.
Proprio per arrivare a questa velocità di esecuzione, Vasilescu e il suo team si sono avvalsi dell’aiuto dell’Intelligenza Artificiale, per identificare gli spermatozoi all’interno di un tessuto tanto complesso dove si trovano anche sangue, cellule di varia natura e, soprattutto, gli spermatozoi sono davvero pochi. “E’ come trovare un ago in un pagliaio“, ha spiegato Vasilescu.
In un report scientifico pubblicato sulle riviste di settore, il team di biochimici dell’UTS ha spiegato che un test SpermSearch può arrivare a essere 1.000 volte più veloce di un embriologo specializzato, ma che il sistema non è in alcun modo stato realizzato per sostituirsi ai medici umani, bensì per coadiuvarli come uno strumento utile per velocizzare questi processi.