Questa pianta è davvero pericolosissima e ha un effetto devastante sulla salute dell’uomo, se sei così sfortunato da incrociarla allontanati appena puoi.
Spesso dimentichiamo che questo pianeta lo condividiamo con un numero enorme di altri organismi viventi, più o meno complessi di noi. Dai semplici batteri ai complessi organismi marittimi che hanno dna complessi e ancora non ben compresi, il mondo dobbiamo dividerlo con tante altre specie e razze. E sebbene potremmo immaginare di essere la specie dominante nella relativa sicurezza delle nostre case, ecco che basta poco per capire che il nostro dominio è messo seriamente a rischio.
Perché basta avventurarsi nella natura per comprendere che la nostra superiorità esiste, certo, ma è anche fragile. Un attimo di distrazione ed ecco che ci si ritrova a slogarsi una gamba scendendo un dirupo, essere punti da insetto aggressivo e fastidioso, venire cacciati da carnivori più grandi. E persino una pianta piccola e insignificante, si fa per dire in questo caso, può farci malissimo, costringendoci a stare piegati per terra, piangendo dal dolore.
Attenzione a questa pianta, tanti muoiono dopo averla toccata
La pianta di cui parliamo è molto infida ed è tra quelle che più spaventano biologi e avventurieri. Un biologo in particolare, il rispettato Ernie Rider, ebbe la sfortuna di scivolare e cadere sulle sue foglie. Una sensazione dolorosissima, che ha descritto come “dieci volte peggio la peggiore cosa che possa capitarti“. Ma che pianta è e perché fa così male?
È dotata di una struttura molto particolare, che la vede totalmente ricoperta di una barbetta che a vista sembra morbida, ma in realtà è formata da spine dure e pungenti come spilli. Queste si incastrano nella carne del malcapitato, diventando difficilissime da togliere. Ma il problema non sta tutto qui.
Queste spine sono anche velenose, e iniettano nella vittima un veleno potentissimo che ancora oggi è oggetto di studi e di speculazioni da parte della comunità scientifica. Si parla infatti di una tossina che attacca i centri nervosi e i recettori del dolore, attivandoli e impedendo loro di spegnersi. Così chi è punto percepisce un dolore continuo, costante, impossibile da fermare. Per giorni e giorni, addirittura settimane.
Dopo essere entrati in contatto con la Dendrocnide Moroides, detta anche gympie oppure “pianta dei suicidi“, si parla di cavalli che impazziti dal dolore si sono buttati giù dalle scogliere australiane, luogo dove cresce questa pianta, pur di non sentire più quella sensazione di malessere. Ci sono anche storia su militari che avrebbero per sbaglio usato le foglie di questa pianta, che cresce fino a 30 metri, come carta igienica di emergenza, e che per il dolore forte si sarebbero sparati.