
Menopausa e Alzheimer - biopianeta.it
Novità per quanto riguarda l’Alzheimer nelle donne in menopausa: gli studi avrebbero svelato un metodo di prevenzione con buone percentuali di riduzione del rischio
Nei lunghi anni di studi alla ricerca di correlazioni tra Alzheimer e menopausa, le riviste scientifiche hanno evidenziato che dopo la menopausa le donne hanno un alto rischio di sviluppare l’Alzheimer rispetto agli anni precedenti. La menopausa è un fenomeno del tutto naturale che segna la fine della fertilità del corpo femminile. Una volta che il ciclo mestruale smette di arrivare, però, il corpo soffre ovviamente il cambio ormonale. Tutto ne risente: spesso infatti vengono prescritte dal medico alcune vitamine per integrare ciò che il corpo fa fatica a produrre.
Insomma, per ogni donna non è facile arrivare alla menopausa, e diversi studi confermano la correlazione tra il ciclo stoppato e l’insorgenza di varie patologie come per esempio l’osteoporosi (fragilità del tessuto osseo che inizia a diventare sempre più poroso). Per le donne è quindi importante farsi seguire dal medico per tenere sotto controllo le analisi e le carenze. Per quanto riguarda l’Alzheimer si tratta di un processo di deterioramento dei tessuti neuronali, si inizia a dimenticare le cose, si perde il senso dell’orientamento, dello spazio e del tempo.
Novità sul rapporto tra l’invecchiamento femminile e l’Alzheimer, una terapia può prevenirla in una buona percentuale di casi
Si tratta di una malattia degenerativa che al momento non ha cura. L’Alzheimer più che essere un problema per il malato, lo è per i cari che gli stanno attorno. Infatti nonostante sia stato empiricamente verificato che anche nelle fasi acute della malattia ci sia qualche attimo di coscienza, nella maggior parte del tempo il paziente non si rende conto del suo stato degenerativo.

Può essere invece molto doloroso per chi lo vive da esterno perché la persona non è più riconoscibile, perde parte di se stessa, i suoi tratti distintivi, per via della perdita della memoria e al tempo stesso inizierà a non riconoscere più neanche la sua famiglia e i suoi figli. Nuovi studi sulla terapia ormonale sostitutiva hanno però dimostrato che riduca di molto la percentuale di possibilità di sviluppare l’Alzheimer. In particolare lo studio dell’University of East Anglia nel Regno Unito ha scoperto che la terapia ormonale diventava ancora più efficace in tutti quei casi in cui era stata introdotta all’inizio della menopausa, in quel periodo chiamato perimenopausa, ovvero la fase di transizione.