Oggi l’ambiente ha la priorità in qualsiasi settore: dalle auto alla moda. Tuttavia, bisogna saper riconoscere i veri prodotti ecologici.
Gli esseri umani sono sempre stati circondati da tessuti, soprattutto dall’arrivo dei primi vestiti. Infatti, secondo gli storici, i primissimi vestiti nacquero circa 34.000 anni fa, ed erano caratterizzati da fibre di lino. Chiaramente, il loro obiettivo non era apparire e mostrare l’ultima moda, ma servivano per riscaldarsi e ripararsi. In quel periodo antichissimo gli uomini avevano il compito di seminare e coltivare la terra, mentre le donne si dedicavano alla prima produzione tessile della storia.
Successivamente, nacque una vera e propria moda, soprattutto dagli antichi egizi in poi. Infatti, gli indumenti incominciarono a seguire una linea comune, che identificavano un intero popolo e i vari strati sociali.
Riconoscere un tessuto ecologico
Chiaramente, tutti coloro che non sono degli esperti di moda non riescono a capire la differenza fra i vari tessuti. In modo particolare, nell’epoca attuale risulta ancora più difficile, poiché hanno fatto il loro ingresso anche i tessuti ecologici, ecosostenibili e non inquinanti. Ma cosa significa ecologico? Molte persone pensano che sia sufficiente acquistare un abito realizzato con tessuti naturali, ma non è così. In realtà, il termine ecologico ingloba un intero processo industriale, il quale deve rispettare l’ambiente. Ad esempio, se un cliente comprasse un tessuto naturale, realizzato con un procedimento che inquina l’ambiente, non avrebbe un abito ecologico.
Al contrario, se acquistasse un indumento naturale, realizzato con tecniche che non inquinano il pianeta, avrebbe certamente un abito ecologico. E non solo: un tessuto di cotone, per essere ecologico, non deve provenire da una piantagione di cotone che utilizza pesticidi. Quindi, il compito del cliente è estremamente arduo, perché deve saper riconoscere la provenienza del tessuto che acquista: se arrivare da una piantagione biologica, se è stato lavorato con metodi che non inquinano ecc. Pertanto, il consiglio è quello di leggere attentamente le etichette, soprattutto la scritta FSC. Quest’ultima è suddivisa in tre categorie: 100% materia prima che deriva da foreste sostenibili; misto di materie prime; FSC riciclato.
Tuttavia, ci sono altri consigli molto utili per riconoscere i vari tessuti: leggere sempre le etichette e controllare se gli abiti siano sostenibili; cercare la scritta Gots, che dimostra l’assenza dello sfruttamento del lavoro; e infine verificare se ci sia la scritta Oeko-Tex, la quale certifica che il vestito non abbia sostanze tossiche. I tessuti a cui bisogna fare molta attenzione sono soprattutto la lana e il cotone, poiché potrebbero essere stati trattati con sostanze chimiche, o provenire da coltivazioni non sostenibili, come nel caso del cotone. Perciò, è importante verificare la presenza della certificazione “Responsible Wool Standard”, che dimostra l’assenza di sostanze chimiche.