Ambiente

Lockdown climatico: in arrivo chiusure e limiti, cosa succederà adesso?

Le condizioni del pianeta sono in peggioramento, gli eventi estremi si susseguono e per molti la linea da seguire sarebbe quella del lockdown climatico: i dettagli

Lo spettro di restrizioni e lockdown forse ancora perseguita qualcuno, a distanza di tre anni dallo scoppio della pandemia da Covid-19. Ma quel drammatico periodo potrebbe non rimanere un unicum nella storia mondiale e del nostro Paese. Si fanno sempre più insistenti le voci che parlano di “lockdown climatico”. Di cosa si tratta? Vediamo insieme gli scenari.

Il mondo ci sta lanciando segnali molto chiari e forti su cambiamento climatico e riscaldamento globale. Gli eventi estremi che, sempre più spesso, si susseguono un po’ a ogni latitudine sono lì a dirci che il bioritmo e il metabolismo del pianeta è stato alterato dai comportamenti dell’uomo.

Per eventi estremi si intendono ovviamente le catastrofi, come alluvioni, tornado, terremoti. Ma anche un riscaldamento globale che è sotto gli occhi di tutti, che porta allo scioglimento dei ghiacciai e, con un fenomeno tangibile da tutti noi, alle temperature elevatissime riscontrate in queste settimane.

Per questo, da più parti, si agita lo spettro di dover necessariamente ricorrere ad alcune restrizioni per poter migliorare la qualità dell’aria. Il tasso di smog, la poca presenza di alberi nelle nostre città, innalzano ovviamente le temperature dell’ambiente.

In arrivo il lockdown climatico? Di cosa si tratta

Del resto, proprio parlando di lockdown, i dati scientifici ci dicono che i mesi di chiusura per via del Covid-19, nei mesi del 2020, avevano portato a un miglioramento delle condizioni climatiche. Addirittura in alcune città erano tornate a vedersi specie animali che non comparivano da tempo. E così, qualcuno parla già della possibilità di un lockdown climatico.

Lockdown climatico contro riscaldamento globale
Le elevate temperature sono frutto del riscaldamento globale, che va contrastato foto: Ansa – (biopianeta.it)

In realtà, sarebbe sì una politica di austerity, ma non significherebbe confinarci in casa. Significherebbe, invece, adottare dei provvedimenti mirati a ridurre gli spostamenti con mezzi altamente inquinanti, come ad esempio le automobili e gli aerei. Una politica che mirerebbe viceversa a promuovere mezzi di trasporto più sostenibili, come i mezzi pubblici o addirittura green, come biciclette e monopattini.

Peraltro, che si stia cercando di muoversi verso mobilità più pulite (anche se con grande ritardo) è testimoniato dalla “guerra” che l’Unione Europea sta facendo alle auto con motore a combustione, ritenute tra le principali cause dell’inquinamento. Già la possibilità di dover avere un’auto elettrica sta mobilitando i negazionisti dell’emergenza climatica. Quindi, con grande onestà, sebbene da più parti se ne parli, la possibilità di un lockdown climatico è al momento piuttosto remota.

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