Il surriscaldamento globale ha dato vita ad una nuova forma di turismo: cos’è il last chance tourism
Il mondo si scioglie e il turismo vuole condividere la catastrofe sui social: il ‘like’ colpisce ancora sulla tragedia, arriva il last chance tourism
Il terreno brucia, l’asfalto si scioglie e i ghiacciai crollano, ma questa volta non siamo in un film di fantascienza, è la realtà. Siamo stati tutti terribilmente eccitati dalle foto condivise dal Corriere dei danni su Roma dovuti ai 50°C sfiorati al sole. I semafori si sono sciolti e l’asfalto si scioglieva sotto i passi delle persone, tatuandosi di impronte di suole di scarpa come sabbia bagnata. L’essere umano sembra incline alla tragedia, c’è un gusto del macabro che eccita e, nonostante la paura di morire, anche il caldo riesce a diventare un’attrazione per un buon numero di like sui social network.
È successo poco tempo fa, l’OceanGate ha portato negli abissi più profondi dell’oceano persone eccitate al pensiero di guardare il relitto del Titanic (qualche pezzo di ferro non ancora totalmente corroso dall’acqua), a metà spedizione hanno perso la vita. E poi la Costa Concordia, la tragedia della nave da crociera che conta ben 32 vittime: adesso nelle acque toscane c’è un vero e proprio flusso di turismo per caricare sui social la foto con il relitto della nave. È una sfaccettatura dell’essere umano che spaventa: la voglia di spettacolarizzare il tragico perché il tragico eccita l’ordinario.
Che cos’è il last chance tourism che smuove milioni e milioni di euro: la perversione della tragedia divertente
Ad oggi siamo arrivati a un livello di morbosità superiore, il più contorto probabilmente: trasformare l’apocalisse che stiamo vivendo in un prodotto turistico. È quel che viene definito il ‘last chance tourism’ che sta muovendo milioni di euro. Forse nessuna immagine lo racconta bene quanto le foto scattate dai visitatori accorsi nella Death Valley della California sperando di sperimentare la temperatura più alta mai registrata sulla Terra: 56°C.
Un video di una ’turista’ che ride e sogghigna spiegando di essere super eccitata di guardare il termometro gigante che segna il nostro scioglimento. Il centro visite ha fatto sistemare un termometro al centro della vallata che si presta perfettamente alle foto dei turisti che documentano sui social il catastrofico numero. Ma se ci si sofferma un attimo superando la spasmodica smania dei social network, e ci si interroga su quel che stiamo vivendo, viene da chiedersi se c’è così tanto da divertirsi di fronte a persone che (nel paradosso) hanno inquinato ancora di più il Paese per recarsi nella città con la temperatura più calda mai registrata.
Stessa cosa sta accadendo sui ghiacciai: le guide organizzano continue spedizioni per andare a vedere lo scioglimento di questi enormi massi di ghiaccio. La perversione del last chance tourism non fa altro che evidenziare che se l’essere umano arriverà all’estinzione, a differenza degli altri esseri viventi, l’avrà voluto lui, da buon artefice del proprio destino.