Autorizzato lo sversamento di 1,3 milioni di tonnellate di acqua radioattiva in mare
Sorprendentemente un paese ha acconsentito di versare in mare circa 1,3 milioni di tonnellate di acqua radioattiva. Ecco cosa sta accadendo.
Ciò che gli esseri umani temono di più sono proprio le sostanze radioattive, che possono essere presenti in alcuni materiali o persino nell’acqua, come in questo caso. Eppure in passato la radioattività era amata e ricercata. Infatti, nel 1921 un dottore di Chicago elencò su una rivista scientifica tutti i benefici delle sostanze radioattive. Più precisamente, affermò che la radioattività stimola le emozioni, ritarda la vecchiaia e fornisce un aspetto giovanile.
Poco dopo molte aziende incominciarono a produrre tantissimi prodotti contenenti Radio, come ad esempio trucchi per le donne, vernici, cuscini ecc. Sorprendentemente, in quell’epoca se un prodotto non conteneva Radio le persone non lo compravano. Fortunatamente, pochi anni dopo gli scienziati scoprirono i pericoli della radioattività.
Tonnellate di acqua radioattiva in mare
Tutti ricordano la più grande tragedia degli ultimi decenni avvenuta nel 2011 a Fukushima in Giappone, quando uno tsunami provocato da un enorme terremoto si schiantò contro una centrale nucleare. In quella occasione le autorità decisero di utilizzare 1,3 milioni di tonnellate di acqua per raffreddare il nocciolo della centrale.
Chiaramente, quell’acqua diventò immediatamente radioattiva dopo aver compiuto il suo lavoro di raffreddamento. Oggi, questa enorme quantità di acqua deve essere necessariamente collocata da qualche parte, perciò l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea) ha recentemente approvato il programma del governo giapponese, che prevede il rilascio dell’acqua radioattiva nell’Oceano Pacifico.
Tuttavia, il via libera è giunto dopo circa due anni di attenti studi e dopo la lettura di un rapporto di 140 pagine, che illustrano l’intero progetto. Ma oggi dove si trova questa enorme quantità di acqua radioattiva? In attesa che arrivi il giorno dello sversamento nell’oceano, l’acqua è stata collocata in giganteschi serbatoi situati nella centrale nucleare. Ciò che preoccupa di più gli esperti giapponesi è il trizio, cioè un isotopo radioattivo dell’idrogeno, il quale è molto difficile separarlo dall’acqua. Per questo motivo le 1,3 milioni di tonnellate non possono essere decontaminate e purificate e, di conseguenza, lasciate sulla terraferma. Pertanto, l’unico modo per liberarsi di questa acqua è versarla nell’oceano.
In realtà, il trizio non è particolarmente pericoloso per gli umani se viene assorbito in poche quantità. Perciò, collocare 1,3 milioni di tonnellate di acqua radioattiva nell’Oceano Pacifico, che è grande oltre 165 milioni di chilometri quadrati, non provocherebbe grossi rischi per la salute, poiché quella radiazione si mescolerebbe nella grandezza dell’oceano. Inoltre, il governo giapponese compirà il rilascio dell’acqua a piccole quantità alla volta, proprio per evitare che il trizio superi il livello massimo consentito per ogni litro di acqua.