L’uomo sta letteralmente distruggendo il pianeta. I dati che arrivano sull’inquinamento nelle spiagge italiane sono a dir poco inquietanti
Il nostro è un Paese che potrebbe vivere solo ed esclusivamente di turismo. Soprattutto di turismo balneare. Ci ostiniamo, però, a non rispettare l’ambiente. Questo, oltre a fare ammalare (ancora di più) il pianeta, crea, evidentemente, anche un danno economico. Ecco in numeri del disastro ecologico che interessa le spiagge italiane.
Solo avendo cura del mondo esso potrà guarire. Eppure, l’opera dell’uomo continua a voler sfidare la natura. Con l’inquinamento, che causa il riscaldamento globale e, di conseguenza, anche i cambiamenti climatici cui assistiamo ormai giorno dopo giorno. Gli eventi estremi e spesso tragici non sono altro che una conseguenza dell’azione sconsiderata dell’essere umano.
Tra i tanti atti contrari alla natura da parte dell’uomo c’è soprattutto lo scempio e l’avvelenamento del territorio. Che siano le nostre città, che sia la montagna, che sia il mare, non è esagerato parlare di avvelenamento. Perché ciò che fa l’uomo causa danni permanenti al pianeta. Parliamo, per esempio, di ciò che accade sulle spiagge italiane, con cumuli di rifiuti che impiegano decenni per essere assorbiti. Ecco i numero di un vero e proprio disastro.
Così l’uomo avvelena le spiagge
All’inizio e alla fine di una stagione estiva, infatti, lo stato delle nostre spiagge è davvero inquietante. All’inizio perché spesso, nei mesi invernali, vengono utilizzate come vere e proprie discariche a cielo aperto. Alla fine, per via dell’inciviltà dei bagnanti, che lasciano tonnellate di rifiuti che impiegheranno decenni per smaltirsi.
Ovviamente, la stragrande maggioranza dei rifiuti che troviamo in spiaggia (oltre il 41%) è materiale indifferenziato, difficilmente identificabile, anche per via del passare del tempo. Tra i tanti, tantissimi, detriti che è facile ritrovare e identificare sulle spiagge, al primo posto individuiamo i mozziconi di sigarette. Mozziconi e filtri di sigarette rappresentano il 21% dei rifiuti raccolti sulle spiagge europee dal 2013 al 2019. Vi potrà sembrare qualcosa di veniale, ma non è così. Un mozzicone di sigaretta, infatti, impiega ben dieci anni per essere smaltito dal pianeta.
Al secondo posto, tra i rifiuti che maggiormente rinveniamo in spiaggia, i sacchetti di plastica: rappresentano l’8% dell’inquinamento. Per questi, peraltro, possono servire fino a vent’anni per lo smaltimento. Le bottiglie di plastica, invece, possono impiegare anche 450 anni per distruggersi. Un vero e proprio dramma ecologico, cui si deve assolutamente porre rimedio, innanzitutto con comportamenti civili e rispettosi del nostro ambiente.