Ambiente

Allarme cavallette in questa regione: vanno fermate prima che sia troppo tardi

Il problema è nazionale, ma in una delle Regioni d’Italia si sta concentrando in modo particolarmente preoccupante. Scopriamo cosa sta succedendo.

Il rischio maggiore è che distruggano i raccolti. Cento mila ettari, secondo alcune stime, dopo i già sessanta mila devastati lo scorso anno. E nonostante il problema sussista su scala nazionale, in alcune aree d’Italia le cavallette sembrano trovare l’ambiente ideale per deporre le proprie uova e riprodursi prima di esaurire il loro ciclo vitale.

È il caso di una delle nostre isole maggiori, la Sardegna: nello specifico, il “cuore” del territorio sardo, ovvero la piana di Ottana, che a partire dal 2019 si trova a dover fare i conti ogni anno con massicce infestazioni di locuste, che trovano nel terreno “timbrato” della piana, ovvero compattato dagli zoccoli del bestiame dei pastori e degli allevatori, l’ambiente più adatto per potersi riprodurre.

Le femmine delle locuste, infatti, depongono le ooteche, ovvero una sorta di involucri protettivi all’interno dei quali sono contenute le uova, sotto la superficie del terreno, fino ad un massimo di quattro centimetri di profondità circa. In media, ogni locusta ne depone tre, ciascuna delle quali può contenere al suo interno fino a cento uova. E non solo il terreno timbrato: anche il cambiamento climatico ha parte di responsabilità in ciò che sta avvenendo.

Crisi climatica e possibili rimedi per contrastare l’infestazione

La pioggia, in modo del tutto naturale, contrasta il proliferare di uova e larve, danneggiando entrambe attraverso gli impatti scroscianti con il suolo e la formazione di pozze d’acqua. Tuttavia, la sua scarsità e la siccità conseguente, così come la mitezza della stagioni invernali degli ultimi anni, comportano la mancanza di un auto equilibrio naturale di contenimento e dunque il problema, invece di trovare soluzione, si aggrava. 

Scatta l'allarme Cavallette in Sardegna: scopriamo i rischi ed i possibili rimedi
Secondo l’associazione Laore la soluzione è arare il terreno ad inizio Autunno – Bio Pianeta.it

Uno dei possibili rimedi suggerito dall’Agenzia per l’attuazione dei programmi in campo agricolo e per lo sviluppo rurale, la Laore, è di arare i terreni interessati a partire dalla stagione autunnale: in questo modo gli involucri di ooteca con le uova al loro interno verrebbero esposti in superficie ed in Primavera si potrebbe poi utilizzare specifici mezzi ed adeguati trattamenti per debellarle.

E le misure adottate dalla Regione di impiego di duecento operatori e quaranta macchine irroratrici per arginare il problema risulta non essere sufficiente: secondo gli amministratori locali, servirebbe almeno il doppio del personale e degli strumenti messi a disposizione per risolvere la situazione. A rischio quindi il foraggio degli allevatori, con l’area di Noragugume in provincia di Nuoro che si trova in questo momento in ginocchio e lancia l’allarme scorte per poter superare la prossima stagione invernale.

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