Cosa abbiamo imparato lato sostenibilità dalla Milano Fashion Week
Diversi brand hanno espresso la propria filosofia green durante la settimana della moda milanese: ecco tre esempi di Made in Italy green
La Milano Fashion Week ha dato spazio anche ad alcuni brand che, oltre ad essere Made in Italy, sono anche rigorosamente green. Ecco cos’abbiamo imparato dalla settimana della moda milanese.
C’è spazio per la moda sostenibile anche alle Fashion Week? La risposta è: assolutamente sì. Il panorama fashion non può ignorare il grido d’aiuto del nostro Pianeta e moltissimi brand stanno cercando di dare il loro contributo supportando un’industria più green. Non è un’impresa facile e i risultati potrebbero impiegare anni ad arrivare, ma è importante fare il primo passo. E anche durante le settimane della moda, da New York a Milano fino a Parigi, la moda green ha trovato terreno fertile.
Ma come si può rendere la moda più green? C’è chi punta soprattutto sul riciclo di materiali, dando loro una seconda vita, e chi invece cerca di minimizzare gli sprechi anche energetici per la realizzazione del proprio prodotto. Curiosi di scoprire quali brand hanno portato la sostenibilità alla Fashion Week?
La Fashion Week si tinge di verde: i brand che puntano alla sostenibilità
Parlando di moda sostenibile e Fashion Week è impossibile non menzionare il Fashion Hub di Cnmi, uno showroom realizzato con il supporto della Camera Nazionale della Moda Italiana con il Ministero degli Affari Esteri, della Cooperazione Internazionale e di ICE-Agenzia. Allestito presso il Palazzo Giureconsulti nel cuore di Milano, lo showroom ha permesso ai più interessati di conoscere l’altro lato dell’industria glam, quella che presta attenzione al panorama della sostenibilità. Durante l’intera settimana di moda milanese, il Fashion Hub ha permesso a diverse realtà fashion di presentare le proprie collezioni. Tra questi vi è Be Nina, un brand pugliese fondato da Sabrina Bonatesta. La sua è un’attività sostenibile Made in Italy che include pezzi di artigianato pugliese. Le sue collezioni puntano soprattutto all’utilizzo di materiali riciclati e ormai finiti nel dimenticatoio – come i centrini di una volta – e diventano nuovi abiti.
Un altro brand che ha potuto mostrare la propria filosofia green è Oh Carla, nato da un’idea di Carlotta Boldracchi e Claudia Nesi. Il cavallo di battaglia? Moda upcycling che si unisce all’artigianalità, come riporta Vogue. “La progettazione parte dal materiale stesso e dal corpo che lo indosserà, è uno stile altamente artigianale, materico, in cui anche la pelle è protagonista insieme all’abito e si mostra attraverso le aperture del tessuto“, hanno raccontato al magazine. La prima collezione del brand sostenibile è stata lanciata durante un’altra Milano Fashion Week, a settembre 2020. Il punto di forza del brand è riciclare il più possibile seguendo un impatto zero waste.
Ilaria Bellomo invece è un brand fiorentino che rilancia la palette total black. Ogni realizzazione esalta l’artigianato e rispetta il più possibile il pianeta “seguendo tempistiche più lente e umane rispetto a quelle dell’industria tradizionale. Il rispetto per l’ambiente e per le persone sono due dei valori fondamentali in cui crediamo e che vengono sempre perseguiti”, specifica il brand nella propria bio. I filati italiani utilizzati da Ilaria Bellomo sono naturali al 100% e i tessuti nascono mescolandone altri vintage, che arrivano da ogni parte del mondo. A rendere ancor più speciale questo brand è la selezione dei tessuti con fantasie nero su nero.