TÜV Italia spiega come misurare l’economia circolare
L'ente indipendente ha effettuato una valutazione applicabile ad ogni azienda
L’Ente Italiano di Normazione ha presentato la norma UNI/TS 11820 grazie alla quale ogni azienda può misurare la propria economia circolare. TÜV Italia mostra una valutazione attraverso la quale ogni organizzazione può essere in grado di verificare e validare la conformità del risultato.
Il 30 novembre 2022 è stata presentata la norma UNI/TS 11820 che consente ad ogni azienda di misurare la propria circolarità. Da diversi anni, infatti, si parla di economia circolare, ma fino ad ora è risultato difficile stabilire criteri, uguali per tutti, ai quali attenersi. Oggi la misurazione è finalmente possibile. Difatti, la misurazione della circolarità era richiesta anche dal PNRR, con l’obiettivo di prevedere uno specifico ruolo per la sua misurazione tecnica. Ora, grazie alla norma UNI/TS 11820, questo rilevamento è possibile. La valutazione dell’ente indipendente TÜV Italia, consente alle organizzazione presenti in Italia di poter misurare, in maniera specifica, i propri parametri di circolarità.
La misura concreta dell’economia circolare
Come si apprende da una nota stampa diffusa, Primiano De Rosa-Giglio, Business Line Manager Sustainability, spiega: “Il tema dell’economia circolare negli ultimi anni è arrivato ad essere costellato da centinaia di definizioni. Numerosi business model, buone pratiche e migliaia di indicatori, spesso settoriali e difficilmente quantificabili“. Questo, come sottolinea ancora De Rosa-Giglio, ha causato non poca confusione e difatti una mancanza effettiva di concretezza. In questo contesto, di conseguenza, la pubblicazione della norma UNI/TS 11820 pone finalmente un termine a questi problemi. “Fornendo alle aziende di qualsiasi settore e dimensione – chiarisce il Business Line Manager Sustainability – uno strumento che permette di calcolare il proprio livello di circolarità“.
Questo aspetto reso possibile grazie ad una serie di parametri univoci e facilmente quantificabili. Con la possibilità di un indicatore finale che si possa misurare in termini percentuali. “Si tratta di un elemento di svolta per il mondo dell’economia circolare – continua Primiano De Rosa-Giglio – che permette finalmente di identificare in maniera trasparente le aziende che hanno un modello di business realmente circolare“. Nel dettaglio, la norma UNI/TS 11820 analizza la circolarità tenendo conto di un’ampia prospettiva, includendo gli approcci complementari come: life cycle thinking, material flow analysis, resource value maintenance e value recovery. Ed inoltre, prevede la compilazione di settantuno indicatori suddivisi in sei categorie. Tali categorie sono: risorse materiali e componenti; risorse energetiche e idriche; rifiuti ed emissioni; logistica; prodotto e servizio; risorse umane, asset, policy e sostenibilità.
Misurazione dettagliata e univoca
Ogni indicatore presente sulle categorie ha un valore. Attraverso una semplice formula di calcolo si può ottenere il livello di circolarità che sarà restituito in valore numerico percentuale. Una volta calcolato, ciascuna organizzazione può valutare la conformità del risultato, mediante un’attività di valutazione distinta anche questa in parametri precisi. Una prima parte comprende l’autovalutazione da parte della stessa organizzazione. La seconda parte, invece, è la valutazione a cura del cliente dell’organizzazione. La terza parte, infine, prevede la valutazione da parte di un organismo indipendente, accreditato attraverso le norme UNI che disciplinano l’asserzione di circolarità.
Considerata l’importanza crescente dell’economia circolare questo si presenta come un risultato più che rilevante. “Dopo più di due anni di studio ed elaborazione, insomma, la norma UNI/TS 11820 delinea e istituisce un sistema concreto e dettagliato. Per dare valore al tema della circolarità e misurare agevolmente le performance aziendali in questo ambito“, conclude De Rosa-Giglio.