Curiosità

Il “Ghiacciaio dell’Apocalisse” raggiunge condizioni preoccupanti

Un robot subacqueo ha filmato la conformazione del Thwaites in Antartide

Grazie ad un robot subacqueo è stato possibile filmare per la prima volta il ‘Ghiacciaio dell’Apocalisse’ in Antartide. Le sue condizioni risultano preoccupanti, questo quanto si evince dalle immagini che riprendono il suo ventre vulnerabile. 

Il robot Icefin è stato progettato per poter osservare il ghiaccio in profondità e arrivare dove l’occhio umano non può inoltrarsi. In questo caso, grazie ad un foro trivellato per mezzo di acqua calda, Icefin è giunto nel cuore del ghiacciaio Thwaites, ribattezzato il ‘Ghiacciaio dell’Apocalisse‘, in Antartide. Questo enorme ammasso di ghiaccio, che supera di quasi 150 volte la superficie di Roma, ha ricevuto questo nome a causa del suo deterioramento accelerato. Se, infatti, quest’ultimo dovesse collassare il livello globale del mare potrebbe innalzarsi di oltre 30 centimetri. Inoltre, il collasso potrebbe trascinare anche i ghiacciai circostanti, aggiungendo altri tre metri al livello del mare.

Ghiacciaio Cierva Cove in Antartide
Ghiacciaio Cierva Cove in Antartide (immagine d’archivio a scopo illustrativo) – BioPianeta

Il ghiacciaio gigante vacilla

Come rivelano due articoli diversi pubblicati sulla rivista Nature, le condizioni del ghiacciaio Thwaites farebbero pensare all’insorgere di nuovi e importanti problemi. Secondo i modelli sull’innalzamento futuro del mare la porzione di questo ammasso di ghiaccio che galleggia avrebbe un lato inferiore semplice e pianeggiante. Il robot subacqueo, però, avrebbe rivelato che per il 10% questo ghiacciaio presenta una conformazione più complessa. Per esempio, nelle terrazze verticali alte più di nove metri lo scioglimento si verifica più velocemente che nelle are piatte. Solo questa ‘piccola’ porzione, in realtà, contribuisce al 25% dello scioglimento dei ghiacciai a cui stiamo assistendo con il cambiamento climatico. Questo quanto spiegato anche dalla dottoressa Britney Schmidt, planetologa e scienziata delle Terra della Cornell University.

Il problema più grande è che mentre il ‘Ghiacciaio dell’Apocalisse’ si scioglie potrebbe piano piano portare ripercussioni anche nelle altre aree. Questo ammasso di ghiaccio si sta praticamente sgretolando, come spiega la scienziata autrice dei due articoli su Nature, e questo inevitabilmente destabilizza tutta la piattaforma di ghiaccio. Inoltre, grazie al robot Icefin è possibile osservare anche come l’oceano si inserisce nelle parti più vulnerabili e questo non fa che aggravare la situazione. Difatti, gli esperti affermano che lo scioglimento del ghiacciaio Thwaites non è dovuto all’aumento delle temperature atmosferiche, ma a quello delle temperature oceaniche.

ghiacciaio in Antartide
Ghiaccio in Antartide – BioPianeta

Lo scioglimento del ghiaccio e l’innalzamento del mare

Dalla fine degli Anni ’90, la linea di galleggiamento di questo imponente ghiacciaio si è ritirata di 16 km verso l’entroterra. Questo ha come conseguenza che, oggi, una parte significativa del Thwaites è a contatto con l’acqua calda e salata. A rendere la situazione più allarmante, poi, ci sarebbe il fenomeno noto come tidal pumping. Ovvero un fenomeno che letteralmente si traduce come pompaggio delle maree e che consiste nel sollevamento del ghiaccio all’innalzamento della marea. In questo modo l’acqua passa anche sotto il ghiacciaio.

A questo punto, dunque, è fondamentale capire come si stia sciogliendo Thwaites per capire quanto, in concreto, possa contribuire all’innalzamento del mare già in atto. Se, in genere, le previsioni si basano su modelli semplificati, che rappresentano la parte inferiore delle calotte glaciali come pianeggiante o inclinata, oggi la complessità scoperta da Icefin potrebbe portare alla creazione di modelli più dettagliati. Le condizioni dell’Antartide peggiorano di giorno in giorno, avere nuovi strumenti potrebbe risultare fondamentale per salvare il Pianeta.

Francesca Perrone

Cultura, Ambiente & Pets Messinese trasferita a Roma per gli studi prima in Scienze della Comunicazione Sociale presso l'Università Pontificia Salesiana, con una tesi su "Coco Chanel e la rivoluzione negli abiti femminili", poi per la specializzazione in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo alla Sapienza. Collabora con l'Agenzia ErregiMedia, curando rassegne stampa nel settore dei rally e dell'automobilismo. La sue passioni più grandi sono la scrittura, la moda e la cultura. Responsabile dei blog di VelvetMAG: VelvetPets (www.velvetpets.it) sulle curiosità del mondo animale e di BIOPIANETA (www.biopianeta.it) sui temi della tutela dell'ambiente e della sostenibilità.
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