Inquinamento

Pacific Garbage Patch: come si è formata l’isola di plastica più grande del mondo

Un recente studio analizza la provenienza dei rifiuti che compongono l'enorme deposito di detriti in mare

Un nuovo studio ha individuato i 4 paesi particolarmente responsabili della formazione della più grande isola di plastica presente al mondo. Si chiama Pacific Garbage Patch e continua a crescere costantemente descrivendo uno scenario tutt’altro che rassicurante. 


Da un recente studio pubblicato su Scientific Reports arrivano dati attendibili rispetto ai paesi che sono maggiormente responsabili della formazione dell’isola di plastica più grande del mondo. Si trova nel Pacifico, tra la California e l’Arcipelago Hawaiano, e la sua crescita costante è sinonimo di una situazione allarmante.

Isola Plastica più grande del mondo
@Twitter/ Scientifics Reports

Nel concreto si tratta di un gigantesco ammasso di detriti galleggianti causa di una delle più grandi forme di inquinamento in mare. Per rendere più concrete le proporzioni di questo disastro ambientale, è importante sapere che l’estensione di questa isola è, praticamente, pari a tutta la Penisola Iberica.

Da dove provengono i detriti dell’isola di plastica nel Pacifico

Un recente studio realizzato dall’Ong The Ocean CleanUp in collaborazione con i ricercatori dell’Università di Wageningen (Paesi Bassi) ha analizzato quali sono i principali paesi responsabili dei rifiuti che compongono l’isola di plastica. Il monitoraggio condotto dagli esperti fa emergere che la maggior parte dei rifiuti arriva dalla pesca e proviene da quattro paesi. Il lavoro di ricerca, avviato nel 2019, ha condotto al recupero di 6.000 detriti di plastica dal diametro superiore a 5 centimetri. I due terzi degli oggetti recuperati sono attrezzi da pesca come boe, reti, trappole e secchi. I paesi dai quali i rifiuti provengono (in maggioranza) sono: Giappone, Cina, Corea del Sud e Stati Uniti.

detriti plastica Honk Kong
detriti di plastica nelle coste cinesi. @Credits Ansa

Dal primo provengono il 34% dei rifiuti analizzati, dal secondo paese il 32%, dalla Corea del Sud il 9,9% e dagli USA il ,5%. Come si legge sul sito GreenMe, gli attivisti di The Ocean CenUp hanno ammesso: “Per pulire completamente i nostri oceani di plastica è necessario prima sapere dove e come la plastica entra nell’oceano e cosa succede una volta che è lì”. Come spiega ancora lo studio, infatti, i detriti che compongono l’isola di plastica spesso sono particolarmente inquinanti per paesi che non hanno generato l’inquinamento.

plastica spiaggia Pacifico
@Credits Ansa

Per questo è importante capire da dove provengono i rifiuti. Necessario per creare strategie di controllo che siano efficaci e che possono arginare il fenomeno drammatico della plastica in mare. Infine è opportuno specificare, come uno studio scientifico pubblicato in precedenza aveva rivelato, che il Pacific Garbage Patch non è formato solo da plastica, ma anche da un’elevata presenza di organismi marini. Questo, come è ovvio, rende più complicate le operazioni di recupero e smaltimento dei detriti in quest’area.

Francesca Perrone

Cultura, Ambiente & Pets Messinese trasferita a Roma per gli studi prima in Scienze della Comunicazione Sociale presso l'Università Pontificia Salesiana, con una tesi su "Coco Chanel e la rivoluzione negli abiti femminili", poi per la specializzazione in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo alla Sapienza. Collabora con l'Agenzia ErregiMedia, curando rassegne stampa nel settore dei rally e dell'automobilismo. La sue passioni più grandi sono la scrittura, la moda e la cultura. Responsabile dei blog di VelvetMAG: VelvetPets (www.velvetpets.it) sulle curiosità del mondo animale e di BIOPIANETA (www.biopianeta.it) sui temi della tutela dell'ambiente e della sostenibilità.
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