Fibre+di+seta+in+sostituzione+delle+microplastiche%3A+misure+anti-inquinamento
biopianetait
/2022/08/seta-biocompatibile-per-capsule-di-farmaci-e-integratori/amp/

Fibre di seta in sostituzione delle microplastiche: misure anti-inquinamento

Un gruppo di ricercatori ha studiato una soluzione per incapsulare farmaci ed integratori alimentari

Sostituire la plastica e le microplastiche con fibre di seta biocompatibile. È questa l’idea di un gruppo di ricercatori che ha studiato una soluzione per arginare l’inquinamento. Un materiale più ecologico per incapsulare farmaci ed integratori alimentari.

Nasce da un gruppo di ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (Mit) l’idea di creare capsule per farmaci e integratori alimentari fatte con seta biocompatibile. Una misura per arginare il fenomeno dell’inquinamento da plastiche e microplastiche e contribuire a salvare il Pianeta.

Lo studio, che presenta l’originale ed ecologica soluzione, è stato pubblicato sulla rivista Small. Esso propone, nel concreto, di sostituire la seta alle sottilissime plastiche usate, tra le altre cose, anche per incapsulare i principi attivi di alcuni farmaci e integratori. Le fibre adoperate provengono dalla lavorazione di questo materiale e ne rappresentano lo scarto.

Come usare la seta per le capsule di farmaci e integratori

Con l’obiettivo di arginare in maniera concreta e consistente il fenomeno dell’inquinamento da plastica e microplastica, lo studio presenta in che modo la seta può essere biocompatibile con l’uomo. Difatti, è noto come le microplastiche siano diventate una delle maggiori minacce all’ambiente. Difficili da smaltire esse ricoprono oggi anche gran parte dei fondali marini. A volte possono essere prodotte accidentalmente dalla decomposizione di oggetti più grandi; altre volte possono generarsi dall’usura di fibre sintetiche (adoperate, per esempio, in alcuni vestiti). Altre volte ancora le microparticelle di plastica possono derivare dalle capsule di farmaci, integratori alimentari o vitamine. Come scrive anche Ansa, riportando alcuni dettagli dello studio, in ogni caso si tratta di filamenti microscopici che “facilmente entrano nella catena alimentare e proprio per questo dovranno essere completamente eliminate entro il 2025 dall’intero mercato europeo“.

Proprio per contribuire a questo processo di eliminazione totale, entra in campo lo studio condotto dai ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (Mit). Gli scienziati, infatti, hanno individuato negli scarti delle fibre di seta una possibile soluzione biocompatibile con l’uomo per sostituire le capsule di plastica. La seta, come spiega lo studio, può essere lavorata per produrre delle pellicole molto sottili. Quest’ultime, oltre ad essere biocompatibili, possono svolgere la stessa funzione dei polimeri della plastica, inquinando nettamente di meno. La tecnica prevista per questo tipo di lavorazione risulta, a detta degli scienziati, a basso costo e facilmente scalabile dagli impianti industriali. Come scrive ancora Ansa: “Si stima che in Europa le microplastiche aggiunte nei prodotti rappresentino all’incirca il 15% di tutte le plastiche disperse nell’ambiente“; di conseguenza, soluzioni come questa proposta dal Mit non possono che contribuire all’eliminazione totale.