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Spiagge sostenibili ed imprese balneari ecofriendly: la nuova certificazione

Le imprenditrici di JEKO chiedono più qualità, accessibilità, sicurezza e sostenibilità

Sono in crescita gli stabilimenti balneari in tutta Italia; a tal proposito, le imprenditrici di JEKO chiedono spiagge più sostenibili ed ecofriendly. La richiesta arriva, soprattutto, per la Sicilia dove si chiede di tracciare una strada per un turismo sostenibile con lidi che siano più di qualità, più accessibili e più sicuri.

Il turismo balneare è in crescita e questo rappresenta sicuramente un dato positivo; ma la richiesta è che esso si costituisca in maniera più innovativa ed ecosostenibile. Come suggerisce la nota lanciata da JEKO, lì dove le spiagge sono sempre più ‘conquistate’ dagli imprenditori è giusto conoscere la strada da percorrere per rendere il territorio sostenibile.

Nel corso della conferenza sul Turismo costiero sostenibile è emerso che gli standard da potenziare nelle spiagge riguardano: qualità, sostenibilità, accessibilità e sicurezza. Alla conferenza anche le due imprenditrici siciliane di JEKO – organismo di formazione accreditato presso la Regione Siciliana, agenzia ispettiva e di certificazione – Patrizia Andrè e Giusy Virone.

La certificazione per le spiagge

Partendo dall’osservazione della Senatrice della Commissione Ambiente Virginia La Mura: “La sostenibilità non può prescindere dal grado di consapevolezza dei cittadini. Attraverso le segnalazioni raccolte in questi anni nell’ambito dell’Operazione Mare Blu, ho cercato da una parte di stimolare l’imprenditore a essere più rispettoso della risorsa pubblica e dall’altra il cittadino a fornire un contributo per la tutela di un bene che appartiene a tutti“. La costa coinvolta dall’intera struttura socioeconomica nazionale comprende più di 8mila km; solo con un approccio ecocompatibile può rappresentare un vero punto di ripresa anche dopo la crisi derivata dall’emergenza Covid-19.

Come ha spiegato la Presidente della Commissione Ambiente Vilma Moronese: “In quest’ottica rientra la Uni Iso 13009, che insieme alla legge Salva-Mare, rappresenta uno strumento utile per operatori, sindaci, bagnanti e pescatori, per preservare il sistema marino e migliorare i servizi“. La certificazione, infatti, può essere in grado di fornire quelle linee guida necessarie per migliorare, nel complesso, la situazione e la qualità delle spiagge italiane.

Da sinistra Virginia La Mura, Giusy Virone e Patrizia Andrè

Per un turismo sostenibile

Applicare la certificazione per rendere le spiagge italiane più sostenibili ed ecofriendly è, senza dubbio, un modo per agevolare anche forme di turismo sostenibile ed incentivare il settore. Come ha evidenziato Giusy Virone, general Manager JEKO e segretario nazionale AICQ: “Dai trasporti alla ristorazione, passando per i tour operator, e che trova anche nella norma Iso 21401 per la sostenibilità delle strutture ricettive, un’ulteriore alleata nel percorso alla transizione ecologica, alla tutela dell’ambiente marino e agli obiettivi dell’Agenda 2030“. L’azienda etnea ha fornito un quadro della situazione locale e nazionale; in concreto, sono negli ultimi tre anni, gli stabilimenti sono aumentati al Sud e specialmente in Sicilia. La tendenza risulta in linea con il resto del Paese, ma la Virone ha voluto sottolineare un aspetto poco confortante. “Meno della metà delle spiagge del Paese è accessibile e fruibile liberamente, con picchi del 70% in Liguria, Emilia-Romagna e Campania“.

Attraverso un’analisi più accurata è emerso che le difficoltà d’accesso sono soprattutto per bambini e disabili; inoltre un’altra problematica è legata alla forte erosione costiera a cui si aggiungono inquinamento e insediamenti abusivi. A tal proposito, l’Amministratore Delegato di JEKO, Patrizia Andrè ha spiegato: “Ambire a più alti standard di qualità non deve essere un punto di arrivo. Ma rappresenta una grande opportunità sia per migliorare la propria visibilità e reputazione sul mercato, sia per il territorio. Tra i vantaggi una migliore gestione dei rifiuti, l’inclusività e l’accessibilità, il rafforzamento delle infrastrutture e della mobilità sostenibile; la promozione del patrimonio culturale e naturale e la difesa della biodiversità“.