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Giornata Internazionale del Mar Mediterraneo: salvare il Mare Nostrum

Istituita nel 2014 si celebra per ricordare l'importanza di tutelare questo vasto patrimonio naturale

L’8 luglio si celebra la Giornata Internazionale del Mar Mediterraneo, ricorrenza atta a mantenere vivo l’obiettivo che mira a tutelare il Mare Nostrum. Sono diverse, ad oggi, le minacce che esigono misure precise per proteggere questo vasto e importantissimo patrimonio naturale.

Gli antichi romani lo chiamavano il Mare Nostrum, il “nostro mare“; ovvero un bene che ci appartiene ma che abbiamo il dovere di tutelare e proteggere da ogni minaccia. Pericoli che, molto spesso, è proprio l’uomo a generare. In questo spirito nasce, dal 2014, la Giornata Internazionale del Mar Mediterraneo.

La ricorrenza nasce con l’obiettivo di trovare soluzioni nuove ed efficaci che possano salvaguardare questo bene immenso. Infatti, nonostante le azioni intraprese dopo la Convenzione di Barcellona per la protezione del litorale e dell’ambiente marino mediterraneo, il Mare Nostrum sembra ancora in condizioni critiche che potrebbero peggiorare in futuro.

Le grandi minacce al Mar Mediterraneo

Giusto per illustrare in maniera più chiara le condizioni attuali del Mar Mediterraneo possiamo fare riferimento ad un Rapporto del 2020 (post-pandemia) che mette in luce lo stato di inquinamento. Il rapporto State of the Environment and Development in the Mediterranean ha anche individuato, nel 2020, alcune azioni di tutela del Mare Nostrum; tuttavia è bene tenere presente che esistono differenze tra i paesi bagnati dal Mediterraneo. Differenze e diseguaglianze che non possono non essere considerate, anche in vista delle sfide future. Partire dalle minacce, però, può servire a costruire un quadro eterogeneo che permetta di tutelare questo grande patrimonio naturale. Tra le minacce più grandi si trova il cambiamento climatico.

Nel concreto, seguendo anche i dati forniti dal Report, mentre la temperatura media dell’aria in tutto il mondo è di circa 1,1ºC in più, quella del Mare Mediterraneo arriva a 1,5ºC. A questa situazione già allarmante, si aggiunge la previsione di un aumento di 2-3ºC entro il 2050. Un ulteriore minaccia è costituita dall’aumento della densità di popolazione nelle aree costiere. L’intensificarsi delle aree cementificate ed edificate arreca danni agli ecosistemi e conseguenze anche alle zone agricole. Segue, tra i pericoli a cui è sottoposto il Mar Mediterraneo, anche l’impatto derivato dall’inquinamento atmosferico, causato da navi e impianti di trattamento delle acque reflue, che arreca danni alla biodiversità. Altre minacce sono la pesca intensiva, i combustibili fossili e i prodotti chimici che hanno importanti impatti ambientali. Ma la sfida più grande resta l’inquinamento da plastica, con migliaia di tonnellate accumulate nelle acque del Mare Nostrum.

Le possibili azioni di tutela

La situazione appare allarmante, tuttavia è importante fornire delle risposte a queste minacce. Per proteggere il Mar Mediterraneo è importante agire ed agire subito e in collaborazione. Fondamentale risulta cambiare i modelli di produzione e di consumo, fino ad arrivare ad uno sviluppo sostenibile che sia in grado di promuovere e proteggere la biodiversità e garantire un’economia circolare. In concreto, fondamentale risulta essere il passaggio alla sicurezza alimentare idrica e all’efficienza energetica. Importante, per tutelare il Mar Mediterraneo, anche la promozione di turismo e trasporto sostenibili; attività che, ovviamente, richiedono la collaborazione di molteplici attori e istituzioni.

A queste azioni si combinano anche il miglioramento dell’industria (specialmente quella dell’estrazione mineraria) e del sostegno sulla base della blue economy, che come la green economy cerca di creare un ecosistema sostenibile con le sostanze che sono già presenti in natura. In linea con l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, dunque, ogni azione di tutela rivolta al Mare Nostrum è un’azione di tutela rivolta a tutti gli ecosistemi. L’uso sostenibile degli oceani e delle risorse marine permette di non degradare un patrimonio culturale già destabilizzato dalla crisi ambientale. Come sempre, dunque, il principio resta lo stesso: fare bene al Pianeta, per fare bene a tutti (uomini compresi).