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Tassonomia green, gas e nucleare tra le fonti verdi rinnovabili

Inseriti nella lista degli investimenti che riceveranno i sussidi per le sostenibili

Gas e nucleare sono ufficialmente entrate a far parte della tassonomia green per le fonti rinnovabili; deciso nella plenaria a Strasburgo. Le due fonti energetiche saranno inserite nella lista degli investimenti che sono considerati sostenibili per l’ambiente. Scelta accolta con disappunto da tante associazioni ambientaliste.

La plenaria di Strasburgo, tenutasi lo scorso 6 luglio, lo ha stabilito definitivamente: gas e nucleare entrano di diritto nella tassonomia verde. Questo implica il fatto che le due fonti energetiche potranno ricevere tutti quei sussidi previsti per le fonti considerate rinnovabili e con basso impatto sull’ambiente.

Il Parlamento Europeo, infatti, non ha raccolto voti sufficienti per bloccare questa scelta a cui tanti, comprese associazioni ambientaliste come WWF e Legambiente, si erano opposti. Il Piano, seppur controverso, della Commissione è stato dunque approvato.

Gas e nucleare tra le fonti sostenibili o greenwashing?

Nonostante la netta opposizione arrivata su diversi fronti, il Parlamento Europeo non ha posto il veto all’atto delegato sulla tassonomia europea; includendo gas e nucleare tra le fonti e le tecnologie sostenibili. Nella sessione plenaria dell’Europarlamento, tenutasi nella mattina del 6 luglio scorso, sono arrivati 328 voti contrari e 278 favorevoli; ma per raggiungere la maggioranza assoluta, necessaria a rigettare il provvedimento della Commissione Europea, sarebbero serviti 353 voti. Con la risoluzione approvata dalle Commissioni Ambiente ed Economia del Parlamento Europeo, i membri delle due Commissioni avevano bocciato il regolamento delegato che prevedeva possibili finanziamenti per i nuovi progetti di centrali a gas e nucleare.

Ora di fatti la situazione si capovolge nuovamente. L’atto delegato ha ottenuto il consenso del Parlamento Europeo e, difatti, gas e nucleare potranno ricevere i finanziamenti dai fondi europei in quanto fonti sostenibili. Una situazione controversa, sin dall’origine, che aveva fatto discutere tante associazioni ambientaliste che sottolineavano le diverse criticità di questa scelta. Inoltre, considerata una decisione poco in linea con le raccomandazioni scientifiche, tanti paesi membri e la società civile stanno pensando di avviare un’azione legale contro la Commissione Europea.

Quello su cui diverse associazioni e organizzazioni continuano a battersi è il fatto che affermare, in particolare, che le centrali a gas siano compatibili con il principio che prevede un impatto nullo o minimo sull’ambiente si presenta in contrapposizione con le conseguenze climalteranti di questa fonte energetica. Impatto che risulta tutt’altro che poco dannoso e che potrebbe contribuire alla crisi climatica in atto. In questo caso, non sembrerebbe troppo inopportuno definire questa scelta come quell’ecologismo di facciata che prende il nome di greenwashing.