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Imballaggi di plastica e bioplastica: la situazione attuale in Italia

Secondo diversi dati raccolti i rifiuti nel nostro Paese non sono smaltiti ancora totalmente a norma

Benché l’Italia si stia adattando alle norme che prevedono imballaggi di carta o bioplastica, la situazione dei rifiuti presenta anomalie. Nel 2021 gli imballaggi in bioplastica immessi sul mercato hanno raggiunto le 74.000 tonnellate. Ma ancora un sacchetto su quattro, in circolazione, non è a norma di legge.

Sono diversi i dati presentati che mostrano la situazione in Italia in merito ai nuovi sistemi di riciclo e smaltimento dei rifiuti. Se, infatti, sono aumentati notevolmente in commercio gli imballaggi in bioplastica, compostabile e biorepack, la plastica in circolazione è ancora tanta.

Sono circa uno su quattro i sacchetti di plastica, non a norma, utilizzati per diverse attività; tra queste, quella che più invalida il corretto smaltimento dei rifiuti è l’impiego come sacco per la raccolta dell’organico. Benché, dunque, il Paese si stia adattando alle nuove norme, i passi da fare sembrano ancora tanti.

Bioplastica sul mercato italiano

Scrive Ansa, riportando i dati del presidente del Consorzio Nazionale per il Riciclo Organico degli Imballaggi in Plastica Biodegradabile e Compostabile, Biorepack, Marco Versari: “Nel 2021 gli imballaggi in bioplastica immessi sul mercato hanno raggiunto le 74.000 tonnellate“. Tali numeri sono stati indicati nel corso di un’audizione alla Commissione Parlamentare Ecomafie; riunione tenutasi per confrontarsi sul tema del traffici illeciti delle buste di  plastica non più a norma. Data la presenza sempre più consistente di imballaggi e manufatti (bicchieri, piatti, posate…) in bioplastica immessi nel mercato, Versari chiede che sia utilizzata un’etichetta distinta per distinguere la plastica tradizionale (non più a norma) dalla plastica bio.

Questo dato si va ad aggiungere e confrontare con quello presentato da Assobioplastiche; sempre secondo quanto riporta Ansa, infatti, gli ultimi dati presentati e relativi al 2020 dimostrano che la plastica illegale è ancora tanta. Tuttavia si tengono a precisare anche i progressi ottenuti negli ultimi anni; si legge: “Se nel 2013 su 118.000 tonnellate il 77,7% non era a norma, nel 2020 su 74.000 tonnellate sono illegali circa 18.500 tonnellate; e questa riduzione è vista come la prova dell’efficacia della legge in termini di prevenzione anche se resta ancora strada da fare“.

Rifiuti in plastica

Ma se da un lato si sottolineano i miglioramenti, dall’altro emergono anche i punti di criticità. La plastica illegale è ancora particolarmente utilizzata rispetto alla bioplastica; in maniera particolare per quanto riguarda lo smaltimento e il riciclo dei rifiuti. Il direttore genare del Consorzio italiano Compostatori (Cic), Massimo Centemero, intervenuto alla Commissione Parlamentare Ecomafie, avrebbe affermato che: “La qualità della raccolta di rifiuti organici sta peggiorando“.

Secondo quanto riporta ancora l’agenzia Ansa, Massimo Centemero ha richiesto un sollecito affinché sia monitorata più attentamente la raccolta differenziata; si precisa, a tal proposito, che: “Ogni punto di peggioramento della qualità dell’umido comporta costi aggiuntivi di 50 milioni di euro e i corpi estranei nell’umido sono saliti a oltre il 6%, in peggioramento dal 4,8% circa del 2014-2018“.