Inquinamento: Ue condanna l’Italia per la qualità dell’aria
Lo smog nel nostro Paese ha superato i limiti e Legambiente sottolinea gli "errori commessi"
La qualità dell’aria in Italia ha superato i livelli limiti; per questo la Corte Ue ha condannato il Paese a causa dell’inquinamento. A riportare i dettagli della questione è Legambiente che sottolinea anche le mancanze e le soluzioni inadeguate seguite allo stato di emergenza climatica.
L’inquinamento dell’aria in Italia non superato i test di conformità; la qualità atmosferica supera i limiti indicati e la Corte Ue ha condannato il nostro Paese. Come si legge sul sito ufficiale di Legambiente, il Direttore Generale, Giorgio Zampetti, ha commentato: “Ennesima dimostrazione che l’Italia non è uscita dalla logica dell’emergenza e delle scuse e che il problema dell’inquinamento atmosferico è ancora lontano dall’essere risolto“.
Le decisioni, prese in merito all’annosa e incombente questione dell’emergenza climatica, sarebbero risultate inefficaci; a dimostrarlo la qualità dell’aria e l’inquinamento atmosferico. Condizione allarmante che avrebbe causato anche migliaia di morti premature.
Inquinamento preoccupante in Italia
Secondo quanto si evince dalle affermazioni di Giorgio Zampetti sul sito ufficiale di Legambiente, potremmo definire la qualità dell’aria in Italia in ‘codice rosso‘. Il Direttore Generale di Legambiente avrebbe spiegato, infatti: “Invece di prendere decisioni efficaci e strutturali per arginare il problema in maniera trasversale e integrata, il nostro Paese continua a perdere questa partita; sia in termini di vite umane che dal punto di vista economico. Secondo i dati della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) l’Italia è infatti il primo Paese in Europa per morti premature attribuibili all’inquinamento atmosferico, con circa 90mila decessi l’anno. Da un punto di vista economico, parliamo di diverse decine di miliardi all’anno (stimate tra i 47 e i 142 miliardi di euro/anno) tra spese sanitarie e giornate di lavoro perse“.
L’inquinamento atmosferico in Italia ha raggiunto livelli più che allarmanti; a tal proposito, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha dovuto accogliere il ricorso della Commissione Ue dichiarando l’inadempimento dell’Italia. Condanna attribuita sia per il mancato rispetto, “sistematico e continuativo”, del valore limite annuale fissato per il biossido d’azoto in varie zone concernente la qualità dell’aria; sia per la mancata adozione, a partire dall’11 giugno 2011, di misure atte a garantire il rispetto nelle stesse zone dei valori limite di NO2. Secondo quanto si apprende, inoltre, le città più inquinate sarebbero Torino, Brescia, Milano, Bergamo, Genova, Roma e Firenze.
La denuncia di Legambiente
Nel Report Mal’aria di città. Quanto manca alle città italiane per diventare clean cities, Legambiente aveva denunciato questa situazione allarmante; il cigno verde, infatti, aveva dimostrato che delle 102 città analizzate, nessuna rispettava i limiti indicati Organizzazione Mondiale della Sanità per PM10, PM2.5 e NO2. Come ricorda ancora Legambiente: “Su 102 capoluoghi di provincia analizzati, nessuno è riuscito a rispettare tutti e tre i valori limite suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS); ossia una media annuale di 15 microgrammi per metro cubo (μg/mc) per il PM10, una media di 5 μg/mc per il PM2.5 e 10 μg/mc per l’N02. In particolare, ben 17 sono le città con i valori più alti di polveri sottili, ovvero che superano i valori OMS per più del doppio“.
Una situazione che necessita di essere sistematicamente gestista con urgenza; come illustrato, infatti, i danni apportati in termini, principalmente, di vite umane e poi anche economici sono di portata drammatica. L’emergenza ambientale è attuale e merita di essere contrastata con misure concrete e immediate.