Ambiente

“Abitare la montagna nel post Covid”: il dossier di Legambiente

Edifici abbandonati, strutture, hotel e colonie che necessitano di essere riqualificati

Legambiente ha compilato un dossier dal titolo Abitare la montagna nel post Covid, che mira a riqualificare diverse strutture abbandonate. Strutture legate al turismo come impianti sciistici o hotel, colonie, caserme di confine, sono questi gli edifici che richiedono un piano strategico che miri ridonare vita alle località di montagna.


Sono sessantesi gli edifici individuati da Legambiente e riportati nel dossier di primavera dal titolo Abitare la montagna nel post Covid; si tratta di strutture che richiedono strategie mirate affinché si possa riqualificare l’edificio in sé e allo stesso tempo il territorio in cui sono situate.

Molti di questi edifici sono legati al turismo: impianti sciistici, hotel, resort; ma si trovano anche colonie e caserme al confine che come scrive Legambiente: “necessitano di una strategia mirata“. Quest’ultima, tuttavia, deve andare ad adeguarsi alla situazione; quindi dalla demolizione al riuso innovativo.

casa montagna

Tornare ad abitare in montagna

Secondo il dossier stilato da Legambiente nel periodo post Covid sarebbero diverse le strutture di montagna abbandonate e rimaste senza una funzione precisa. A seguito delle nuove esigenze (come per esempio l’aumento del lavoro in smart working) la proposta sarebbe quella di riqualificare i territori montuosi, che pare si stiano trasformando da zone esclusivamente turistiche a posti in cui abitare. Proprio per questo il dossier dal titolo Abitare la montagna post Covid popone di creare delle strategie precise che mirino a rendere agibili molti edifici oggi inabitabili.

Sono diversi i progetti che mirano a riqualificare la montagna, come ad esempio Green Communities previste anche dal PNRR; a fronte di questa crescente esigenza, proprio inserendosi nella ripresa nazionale post Pandemia, che anche Legambiente affronta la situazione di alcuni edifici di montagna oggi abbandonati. Sono sessantasei le strutture elencate nel dossier di primavera; strutture legate all’industria dello sci, hotel, colonie e caserme di confine che, come scrive Legambiente: “Necessitano di una strategia mirata“. Quest’ultima esige di essere adattata a seconda dei casi: dalla demolizione al riuso innovativo.

Un riuso funzionale

Come riporta Ansa si apprende da una nota: “Privilegiare la riqualificazione del costruito esistente può acquistare un importante significato in un contesto post pandemico in cui si manifesta proprio uno slancio del mercato immobiliare in montagna; con il rischio, però, che possa di pari passo ricominciare a crescere anche il consumo di suolo“. A fronte di questo, riqualificare edifici già esistenti eviterebbe di gran lunga lo sfruttamento del suolo.

Il responsabile nazionale Alpi Legambiente, Vanda Bonardo, ha dichiarato: “Attraverso questo report, che aggiunge la dimensione abitativa al racconto delle infrastrutture abbandonate di Nevediversa, vogliamo rilanciare il dibattito sul vivere in montagna“. Sostenibilità e sviluppo sono alla base di questo progetto che mira, difatti, a restituire un riuso funzionale a molte strutture oggi inutilizzate.

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Francesca Perrone

Cultura, Ambiente & Pets Messinese trasferita a Roma per gli studi prima in Scienze della Comunicazione Sociale presso l'Università Pontificia Salesiana, con una tesi su "Coco Chanel e la rivoluzione negli abiti femminili", poi per la specializzazione in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo alla Sapienza. Collabora con l'Agenzia ErregiMedia, curando rassegne stampa nel settore dei rally e dell'automobilismo. La sue passioni più grandi sono la scrittura, la moda e la cultura. Responsabile dei blog di VelvetMAG: VelvetPets (www.velvetpets.it) sulle curiosità del mondo animale e di BIOPIANETA (www.biopianeta.it) sui temi della tutela dell'ambiente e della sostenibilità.
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