Il riciclo di plastica ha da sempre affrontato un ostacolo dovuto al fatto che la materia, dopo il primo utilizzo, si indebolisce, rendendo il riuso spesso portatore di poco profitto. Alla luce di questo, una ricerca condotta dall’University of North Carolina a Chapel Hill ha dimostrato come rendere più redditizio il riciclo di questo materiale.
La plastica è, senza dubbio, uno dei materiali più diffusi e allo stesso tempo più inquinanti; tuttavia il suo riciclo incontra diversi ostacoli, perché risulta poco redditizio a livello economico. La chimica della plastica, infatti, fa sì che il suo riutilizzo si indebolisca di volta in volta; per questo la ricerca dal titolo Chemists develop radical way to make it easier, more profitable to recycle plastic mira a rivelare in che modo si possa creare, dal riciclo, un materiale addirittura più resistente di quello originale.
Più resistente, infatti, significa anche più prezioso; questo, dunque, rappresenta un ulteriore stimolo (oltre a quello etico e ambientale) a incentivare il riciclo di plastica e proteggere l’ambiente e l’economia circolare.
Rendere prezioso il riciclo della plastica
La plastica è la maggior causa di inquinamento in mare, ma non solo; la sua presenza massiccia, infatti, comporta la produzione di rifiuti che, sempre più spesso, danneggiano la flora e la fauna marina. Proprio per questo è necessario creare degli incentivi che stimolino a riciclare questo materiale; ed è l’obiettivo che lo studio Chemists develop radical way to make it easier, more profitable to recycle plastic, condotto dall’Università del Nord Carolina, si è imposto. In teoria, come rivela la ricerca, i materiali termoplastici, che possono essere fusi, si indeboliscono ad ogni riutilizzo; di conseguenza l’economia non si sente incentivata a riciclare la plastica per lo scarso profitto che ne deriva.
Lo studio, a tal proposito, presenta un metodo per scomporre la plastica in modo da creare un nuovo materiale, persino, più forte e più resistente dell’originale; dunque addirittura dal più alto valore economico. Trasformare i rifiuti in una risorsa è l’obiettivo principale al quale mira il riciclo; come si legge sul portale Greenme: “I legami carbonio-idrogeno sono alcuni dei legami chimici più forti in natura, la loro stabilità rende difficile trasformare i prodotti naturali in medicinali e difficile riciclare la plastica di base“. Tuttavia se questi legami, comuni nei polimeri presenti nelle buste della spesa, nelle bottiglie, negli imballaggi, nei giocattoli e nei ricambi auto, sono modificati la plastica può essere riutilizzata superando la barriera del monouso.
I rifiuti come risorsa per tutti
Lo studio dell’Università del Nord Carolina dimostra l’esistenza di un reagente in grado di rimuovere gli atomi di idrogeno dai composti medicinali e dai polimeri; l’operazione condotta dai chimici conduce ad una trasformazione attuabile in diversi composti. In pratica i ricercatori hanno sviluppato un polimero superassorbente, in grado di rimuovere le sostanze chimiche pericolose dall’acqua potabile. Spiega ancora Greenme, gli scienziati: “Hanno iniziato con imballaggi in schiuma di plastica utilizzati per proteggere l’elettronica, durante la spedizione. La schiuma è composta da una plastica a bassa densità, chiamata poliolefina commerciale. Estraendo selettivamente atomi di idrogeno dalla poliolefina, i chimici hanno escogitato un modo per espandere la vita della plastica monouso in una plastica di alto valore, nota come ionomero“.
Questo materiale è molto utilizzato, ad esempio, negli imballaggi alimentari e in altre oggetti di plastica. Dunque, se oggi la plastica riciclata è trasformata in prodotti di qualità inferiore rispetto a quello originale, dopo questa scoperta potrebbe essere possibile creare dalla plastica riciclata oggetti dall’alto valore commerciale. Applicando questa chimica più volte, nel corso di vita dei polimeri, il fenomeno derivato dall’inquinamento da plastica potrebbe finalmente volgere verso una svolta positiva; proteggendo la vita marina e di tutti gli ecosistemi ad essa collegati (compreso il nostro).
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