IRAE: serie da collezione che fa incontrare l’editoria con l’arte con l’obiettivo di creare una community intorno ai temi ambientali.
Nasce IRAE, il nuovo progetto d’arte che verte su una community green e serie editoriale da collezione tra ambiente e arte contemporanea. L’evento speciale che avrà luogo oggi, giovedì 10 marzo alle ore 18:00, vedrà una contaminazione artistica. Moda, fotografia, scienza e sostenibilità ci mostrano quanto la natura stia cercando di comunicarci qualcosa. Ma basta guardare attraverso gli occhi di chi ha fatto della propria arte un linguaggio. Solo così si potrà guardare al futuro. Come recita il claim: “This is not the end”
IRAE: oltre il visibile, per immaginare futuri, documentando il presente
Duecento pagine di appunti con appuntamento semestrale, per scoprire e riflettere su visioni, distopie, disastri e soluzioni attraverso le grandi firme dell’arte contemporanea. Fin dal naming un programma: le dies irae è la locuzione latina che indicava il giorno della giusta clemenza, e che nel linguaggio comune passa a rappresentare il giorno del giudizio. Ad arricchire l’evento speciale promosso dalla no-profit Yourban2030 – presso la Cardi Gallery di Milano – sarà una performance sonora a cura di Alessio Mosti in collaborazione con Silentsystem alle ore 19:30. L’esecuzione artistica coinvolgerà i presenti per raccontare i paesaggi di IRAE e non solo. Non mancherà la partecipazione dell’artista Paolo Canevari e del suo Special Project dedicato. Quest’ultimo in edizione limitata, all’uscita del primo numero.
A firmare il primo numero da collezione della serie sono Ezio Amato, Andreco, Nicola Bertollotti, Daniela Billi, Patrizia Boglione, Paolo Canevari, Tiziana Cera Rosco, Dario Coletti. E ancora Giacomo Costa, Ketty Di Tardo, Michele Freppaz, Simona Ghizzoni, Luca Marini, Antonio Marras, Shinya Masuda, Claudio Orlandi, Cristana Perrella, Patrizia Sardo Marras, Birgit Rusten, Wu Ming 1, Santiago Zabala; con Angelo Cricchi Direttore Creativo IRAE e Simonetta Gianfelici, Fashion Director.
Nel momento storico in cui il web prevale come media narrativo con la sua velocità di azione-reazione, dal 14 marzo arriva dunque IRAE. Un oggetto da collezione in forma di libro per guardare oltre il visibile, immaginando futuri e documentando il presente, attraverso i contributi di grandi firme del contemporaneo artistico, critico e fotografico, con contenuti esteticamente importanti in 200 pagine per parlare di ambiente in modo nuovo. IRAE è una lente originale per osservare e raccontare il presente. Ma è anche un appuntamento semestrale, per scoprire e riflettere su visioni, distopie, disastri e soluzioni.
Una serie editoriale che funge da storytelling
IRAE è un’originale serie editoriale per un nuovo modo di fare community intorno alla sostenibilità, con protagonisti ogni volta diversi – poeti, scienziati, visionari, fotografi illustratori, pensatori – e in grado di offrire approcci e contenuti di varia matrice per scandagliare il contemporaneo, e rispondere a un interrogativo su tutti “è questa la fine?”.
IRAE propone un inedito storytelling, lontano da facili risposte, ma anche da disfattismi e banali entusiasmi, attraverso una serie editoriale dove ogni numero diventa opera d’arte con uno special book a edizione limitata e monografico. A dare corpo al primo special book di IRAE, è Paolo Canevari con un’opera limitata interamente nera, buia come il silenzio.
IRAE tra gli spazi del Palazzo Brancaccio
Dopo la presentazione alla Cardi Gallery di Milano del 10 marzo, ci sarà un secondo appuntamento. IRAE verrà mostrato a Roma, presso gli spazi di Contemporary Cluster, Palazzo Brancaccio sempre in collaborazione con Silentsystem e con le performance sonore immersive a cura di Alessio Mosti.
“IRAE è stato concepito nella primavera 2021 e, dati i risvolti dell’attualità e con il senno di poi, è chiaro che ancora una volta lo sguardo artistico si è fatto anzitempo interprete di un’urgenza, sociale, ambientale, narrativa”, spiega l’ideatrice di IRAE e presidente di Yourban2030, Veronica De Angelis. È così che la maggior parte delle immagini del primo numero portano verso l’assenza, la mancanza, il vuoto.
Angelo Cricchi, il direttore creativo spiega il primo numero di IRAE
Dagli spazi abbandonati di Nicola Bertellotti, alla rinascita solitaria di Jordi Bello Tabbi. Dalla fuga nella natura di Simona Ghizzoni, alle città distopiche di Giacomo Costa. Dal vuoto della pianura Padana raccontato da Wu Ming (Wu è il cinese di Mu) all’invisibile presente nei disegni di Adreco. Dai ghiacciai immensi ricoperti di teli di Claudio Orlandi alla solitudine dell’inverno Islandese di Carola Blondelli. Fino alle terre sarde arse dal fuoco di Dario Coletti e dei coniugi Marras. Void is the perfection ci narra Rai Kawakubo. Mentre Paolo Canevari nel suo personal project legato alla rivista, fa l’atto più estremo del numero, cancella tutte le immagini e tutte le parole.
“Questo primo numero ha un mantra ed un simbolo giapponese il MU“ spiega il direttore creativo Angelo Cricchi. “Che significa il vuoto Parente stretto di quella desinenza cinese WU usata da uno dei nostri più prestigiosi contributor. Vuoto come spazio pittorico autentico, l’infinito come dimensione fotografica, il colore assoluto, i codici della pratica artistica diventano elementi essenziali per configurare una nuova visione del mondo tutto intorno”.
IRAE è disponibile sul circuito Messaggerie (La Feltrinelli, Mondadori, Ubik), Armani Book, Hoepli e in tutte le migliori librerie. È inoltre ordinabile sugli store online e Amazon.
LEGGI ANCHE: Amazzonia stressata: la maggior parte del territorio non reagisce ai cambiamenti