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Amazzonia stressata: la maggior parte del territorio non reagisce ai cambiamenti

Uno studio lancia un allarme piuttosto importante sulle condizioni della foresta tra le più importanti del mondo

Uno studio internazionale avrebbe rivelato che l’Amazzonia è stressata da diversi fattori che ne stanno alterando la struttura; sembra, infatti, che la maggior parte del territorio non sia in grado di reagire ai cambiamenti. E cosa peggiore, potrebbe, persino, trasformarsi in savana.

Una ricerca pubblicata dall‘Università britannica Exeter avrebbe lanciato un preoccupante allarme sulle condizioni dell’Amazzonia; l’immensa foresta, considerata una dei più grandi polmoni della Terra, non sarebbe in grado di reagire ai cambiamenti. Oltre il 75% del territorio risulta stressato e potrebbe rischiare di trasformarsi in savana.

Incendi, alluvioni, deforestazione starebbero alternando in maniera consistente la vita della Foresta Amazzonica; secondo i ricercatori che hanno pubblicato lo studio sulla rivista Nature Climate Change la situazione potrebbe presto degenerare, forse, in maniera irreversibile.

L’Amazzonia è in pericolo

L’Amazzonia è in pericolo, il più grande polmone che da vita alla Terra potrebbe rischiare di scomparire quasi completamente. Il 75% del territorio che compone la foresta non riesce a reagire ai cambiamenti, in buona parte, causati dal cambiamento climatico. Questo, secondo quanto riporta Ansa, l’allarme lanciato dai ricercatori dell’Università britannica Exeter che hanno condotto uno studio internazionale basato sui dati dei satelliti e pubblicato sulla rivista Nature Climate Change. In genere, gli ecosistemi come la Foresta Amazzonica, essendo molto complessi, riescono a sopravvivere anche a forti perturbazioni che ne alterano le condizioni, come possono essere gli incendi o periodi siccità. Ma oggi la capacità di ristabilire l’equilibrio sembra fortemente rallentata.

Come rivela lo studio, infatti, la capacità di ristabilire le condizioni normali si può ridurre progressivamente; a contribuire a questo rallentamento diversi fattori che colpiscono l’Amazzonia. Fattori provocati dall’uomo sono alla base di questo danno: disboscamento, incendi, a cui si aggiungono i cambiamenti climatici. Come riporta ancora Ansa, ad indicare questo processo sono i dati satellitari che provengono dal satellite Modis della Nasa e dalla banca dati Vegetation Optical Depth Climate Archive (Vodca), analizzati dai ricercatori del progetto europeo Tipping Points in the Earth System (Tipes).

Cosa dicono i dati

Da quanto emerso dai dati, a partire dai primi anni 2000, circa il 75% dell’Amazzonia ha perso la capacità di resilienza che aveva in precedenza; dopo le condizioni che ne hanno alterato il normale equilibrio la foresta non è riuscita a stabilire una crescita costante. Tale perdita potrebbe trasformare, in tempi non ancora stabiliti, la foresta in una savana; un danno che si ripercuoterebbe inevitabilmente su tutto il Pianeta. Per questo motivo la tutela ambientale risulta, ora più che mai, necessaria e imprescindibile.

Come scrive Ansa, riportando le dichiarazioni di Niklas Boers, ricercatore del Politecnico di Monaco che ha partecipato allo studio, l’Amazzonia: “Influenza fortemente le precipitazioni in tutto il Sud America attraverso la sua enorme evapotraspirazione (ossia la quantità d’acqua che dal terreno passa nell’aria sotto forma di vapore) e immagazzina enormi quantità di carbonio che potrebbero essere rilasciate come gas serra“; anche se prevedere i tempi della trasformazione non sono facile, i ricercatori spingono ad agire subito; poiché, concludono: “Quando il cambiamento sarà osservabile, sarebbe probabilmente troppo tardi per fermarlo“.

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