Particolare attenzione alle dimensioni ambientale, sociale ed economica nelle tesi di laurea che hanno vinto il Premio Socialis 2021. Come suggerisce la nota diffusa da Osservatorio Socialis, 8 aziende su 10 indicano nel prossimo futuro uno sviluppo sostenibile che sarà integrato nel proprio modello di business; esso comprende la formazione del personale, lo sviluppo di competenze trasversali e co-progettazioni con il territorio. Fondamentale anche la collaborazione tra istituzioni, imprese, università e no profit; anche per accedere ai 31 miliardi del PNRR riservati ad istruzione e ricerca.
Le novità della XIX edizione del Premio Socialis
Le tesi di laura premiate al Premio Socialis 2021 hanno dato la conferma dell’importanza data alla misurazione d’impatto, al capitale umano e alla creazione di valore economico e sociale. I riconoscimenti sono stati per i laureati provenienti dalle Università di Bologna, Cagliari, e Modena e Reggio Emilia; menzioni speciali da Pisa, Università della Tuscia e Roma Tor Vergata. Dai lavori accademici pervenuti in occasione della kermesse, risulta evidente che la rinascita dopo la crisi data dalla pandemia si baserà su modelli sempre più integrati e trasversali nella logica degli obiettivi delineati dall’Agenda ONU 2030.
In questa XIX edizione, il riconoscimento italiano alle migliori tesi di laurea in responsabilità sociale e sviluppo sostenibile, ha inserito al suo interno anche il talk intitolato “Next generation: agire ESG per un futuro migliore“; ad esso hanno partecipato, tra gli altri, Rosaria Fausta Romano, Capo Dipartimento Energia e Clima, Ministero della Transizione Ecologica, Andrea Bianchi, Segretario Generale, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Massimiliano Monnanni, Responsabile RSI e Corporate Affairs. E poi ancora Poste Italiane, Anna lo Iacono, CSR Senior Manager, Fastweb, Benedetta Nicastro, Responsabile Corporate Communication e CSR, Roche, Anna Scafuri, Responsabile Public Affairs, Sustainability & External Relations, Sogei, Francesco Tavassi, Presidente, Temi spa.
I dati di Osservatorio Socialis
Secondo i dati presentati dall’Osservatorio Socialis saranno ancora le imprese a fare da driver; 8 aziende su 10 hanno rivelato il loro modello di business per il prossimo futuro e lo sviluppo sostenibile. “Priorità agli investimenti su formazione del personale (49%), condivisione della cultura a tutti i livelli aziendali e co-progettazione con il territorio (46%); coerenza e implementazione dei sistemi di gestione (36%), ascolto degli stakeholder e gestione attiva della relazione (31%); comunicazione e informazione (16%), programmazione e misurazione dei risultati (12%)“.
Anche le università offrono un’offerta formativa importante con 813 corsi e insegnamenti nell’80% degli atenei italiani. Competenze di responsabilità sociale, sostenibilità, misurazione di impatto, salvaguardia dell’ambiente, economia circolare; a cui si aggiungono politiche di welfare, rapporti tra profit e non profit, organizzazione del lavoro questi i temi dell’offerta formativa. Roberto Orsi, Direttore dell’Osservatorio Socialis, ha rivelato le basi per avviare un percorso di sviluppo sostenibile; “sapersi riconoscere e mettersi nella condizione di programmare e pianificare la produzione di valore economico, sociale e ambientale“.
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