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Giornata Mondiale del Suolo: la ‘fonte di vita’ dell’intero Pianeta

Una ricorrenza per ricordare l'importanza del territorio per l'intero ecosistema e quindi per l'uomo

Richiesta nel 2002 dall’Unione Internazionale di Scienze del Suolo (IUSS) e poi dalla Conferenza dell’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) nel 2013, la Giornata Mondiale del Suolo è stata istituita ufficialmente durante la 68esima Sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, tenutasi a New York nel 2014. Conosciuta World Soil Day, questa ricorrenza, che si celebra il 5 dicembre, nasce con la volontà di diffondere un livello di sensibilizzazione, sempre più alto, nei confronti delle tematiche ambientali.

L’importanza della Giornata Mondiale del Suolo

Il territorio rappresenta la fonte di cibo, mangimi, produzione di fibre e di tanti altri servizi volti al benessere dell’uomo; in quest’ottica, avere cura del territorio significa preoccuparsi della tutela di ogni creatura vivente abiti sulla Terra. Salvaguardare il suolo equivale, inoltre, a salvaguardale la biodiversità; il suolo, infatti, è la culla di circa un quarto della biodiversità presente sul Pianeta.

La Giornata Mondiale del Suolo è atta a ricordare l’importanza di questo elemento; esso è il principale attore nella fornitura di acqua potabile ed anche il regolatore di siccità o, al contrario, di inondazioni. Ma il ruolo del territorio è fondamentale anche in merito ai cambiamenti climatici. Esso, infatti, è il più grande ‘serbatoio’ di carbonio del Pianeta; di conseguenza, la sua conservazione permette a tutti gli ecosistemi di adattarsi alle mutazioni del clima, ormai sempre più frequenti.

La campagna FAO

In occasione della Giornata del 2021, l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ricorda la campagna lanciata dalla FAO. “Arresta la salinizzazione del suolo, aumenta la produttività del suolo“. Questa campagna vuole porre l’attenzione su quanto sia importante mantenere gli ecosistemi sani; azione possibile attraverso la salvaguardia del suolo. Per questo motivo occorre affrontare le sfide nella gestione del suolo, combattendo la salinizzazione del suolo, aumentando consapevolezza del territorio e incoraggiando le società a migliorarne la salute.

Anche la FAO, dal suo sito ufficiale ricorda: “La salinizzazione e la sodificazione del suolo sono importanti processi di degradazione del suolo che minacciano gli ecosistemi; essi sono riconosciuti come uno dei più gravi problemi globali per la produzione agricola, la sicurezza alimentare e lo sviluppo sostenibile nelle regioni aride e semi-aride“.

L’allarme dell’ISPRA

Michele Munafò, dirigente dell’ISPRA ha spiegato che: “ogni ettaro di terreno fertile assorbe circa 90 tonnellate di carbonio; se cementifichiamo quel terreno, la Co2 si libera nell’atmosfera, accelerando il processo in atto di inquinamento e riscaldamento – e prosegue- il nostro suolo, oltre a drenare l’acqua piovana (contribuendo a contenere gli effetti di possibili inondazioni e alluvioni), ne conserva quanto basta per alimentare ciò che in esso vive e si sviluppa; ogni ettaro di terreno fertile, coltivato, può sfamare sei persone per un anno, e questo significa anche sovranità alimentare e minore necessità di importazione, quindi minori trasporti“.

Al contrario, la perdita di terreno fertile è anche la causa di dissesto e quindi di incidenti, sempre più spesso, gravi; come rivela ancora l’ISPRA: “L’Italia ha i due terzi delle frane registrate in Europa“. Dunque, alla luce di quanto detto c’è bisogno di azioni concrete e immediate, perché il suolo rappresenta il serbatoio della stessa sopravvivenza umana.

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