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Cop26: il 4 novembre è la giornata dedicata all’energia

Sono almeno 19 i paesi che si sono impegnati a interrompere i finanziamenti sui combustibili fossili

Il 4 novembre alla Cop26 di Glasgow è la giornata dedicata all’energia; o per meglio dire il giorno in cui si prendono decisioni importanti in merito alla transizione ecologica. Con questo si intende il passaggio, di tutti i paesi coinvolti nella Conferenza delle Parti, dalle fonti di energia derivate dai carboni fossili alle fonti rinnovabili. A discutere su questo importante aspetto, legato a doppio filo alla Cop26 sul clima, governi, investitori, imprese ed organizzazioni da tutto il mondo che illustrano le loro strategie e le buone pratiche per accelerare la transizione verso fonti pulite.

La necessità di passare immediatamente alle fonti rinnovabili

Un passaggio, quello alle fonti rinnovabili, che non è esonerato dalla risoluzioni di problemi e difficoltà che meritano di essere considerate. Il primo problema per la transizione energetica è uscire dal carbone; a questo sono dedicati ben due panel, il primo e l’ultimo della giornata del 4 novembre a Glasgow. Tra i temi affrontati l’urgenza di porre fine al finanziamento pubblico e privato del combustibile che più di ogni altro porta alterazioni al clima.

In occasione della giornata dell’energia alla Cop26 lanciata anche “Green Grids Initiative“; un progetto per sviluppare in tutto il mondo reti elettriche in grado di gestire la produzione delle fonti rinnovabili. Un sistema che, non essendo continuo come quello delle energie fossili, necessita di impianti di accumulo e di una gestione digitale.

Cop26: bloccare i finanziamenti sulla produzione di carbon fossile

Ad apertura dei lavori, l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep) ha presentato il suo rapporto sulle azioni da prendere per l’adattamento al cambiamento climatico, l’Adaptation Gap Report: The Gathering Storm (Rapporto 2021 sul gap di adattamento: la tempesta in arrivo). Da quanto si evince dal rapporto l’obiettivo di rimanere entro +1,5 gradi Centigradi entro fine secolo potrebbe essere mancato. Dall’Unep precisano che se anche l’obiettivo dovesse essere centrato ci sarebbero comunque degli impatti del cambiamento climatico irreversibili e che potrebbero accompagnarci per diversi decenni.

Si legge nel rapporto: “Il 2021 è stato l’anno in cui il cambiamento climatico si è manifestato chiaramente come una seria minaccia per l’umanità, non solo a lungo termine, ma nel qui e ora“; alla luce di questo è importante un’azione che sia immediata e concreta. Dopo attente riflessioni e dibattiti almeno 19 paesi si impegnano a interrompere tutti i progetti da loro finanziati all’estero su combustibili fossili entro la fine del 2022; anche l’Italia si è unita all’ultimo momento all’alleanza BOGA Beyond Oil and Gas Initiative – , già sottoscritta da Paesi come Regno Unito e Stati Uniti. Si apprende da Ansa che, in comunicato sottoscritto da tutti i paesi che si sono impegnati in questa direzione, si legge: “Investire senza sosta in progetti energetici legati ai combustibili fossili comporta sempre più rischi sia sociali che economici“.

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