Il cambiamento climatico e il buco nell’ozono sono collegati in una relazione che appare più conseguenziale di quanto si possa immaginare. Se, infatti, da un parte si potrebbe sostenere che il buco nello strato di ozono non è scientificamente unica conseguenza del surriscaldamento globale, dall’altro verso si può affermare che l’innalzamento delle temperature si lega (e non poco) all’assottigliamento del gas protettivo della stratosfera terrestre.
Il 16 settembre è la Giornata Internazionale per la preservazione dello strato di ozono; una data scelta per celebrare il Protocollo di Montreal del 1987; questo documento contiene la catalogazione delle sostanze chimiche rilasciate dall’uomo nell’atmosfera. Di queste sostanze, molte si trovano in stretta relazione con il cambiamento climatico.
La relazione tra ozono, clima e ambiente
Lo strato di ozono protegge la terra dalla radiazioni del sole; si tratta di un vero e proprio ‘scudo’ protettivo di gas che protegge la Terra dall’esposizione ai raggi UV-B del sole. Anche se l’innalzamento delle temperature non deriva solo dal buco nell’ozono, il cambiamento climatico e il gas protettivo della stratosfera sono in relazione per via delle molte sostanze complici dell’assottigliamento dell’ozono. I clorofluorocarburi (CFC) e gli idroclorofluorocarburi (HCFC) hanno, per esempio, un impatto importante sull’innalzamento delle temperature sulla superficie della Terra.
La relazione tra buco dell’ozono, cambiamenti climatici e allerta ambientale è intensa; la riduzione dello strato di ozono causa l’aumento delle radiazioni UV sulla superficie della Terra, ed esso può trasformarsi in un fenomeno dannoso per la salute umana e dell’ambiente. Deficienza immunitaria, tumori alla pelle e cataratta sono solo alcuni degli effetti negativi sull’uomo; le radiazioni incidono anche sugli ecosistemi terrestri e acquatici, alterando la crescita, le catene alimentari e i cicli biochimici.
Come ‘salvare’ l’ozono
Il termine “buco dell’ozono” è stato coniato dal Premio Nobel Sherwood Rowland nel 1985 ed indica la riduzione dello strato di ozono presente nell’atmosfera terrestre; far sì che questo ‘buco’ venga eliminato significa proteggere il Pianeta. L’ozono, infatti, è un gas che protegge la terra dalle radiazioni ultraviolette del sole: che potrebbero essere letali per la nostra salute. Come ha spiegato la presidente della Commissione europea Ursula von del Leyen: “Il cambiamento climatico dipende dall’uomo ed è l’uomo che può fare qualcosa in merito: la Cop26 di Glasgow sarà il momento della verità“.
La crisi climatica è anche conseguenza del buco dell’ozono, che a sua volta è conseguenza delle azioni incontrollate dell’uomo. Ridurre il consumo di gas serra, ridurre il consumo di energia proveniente da fonti non rinnovabili, ridurre gli sprechi; solo in questo modo si può salvare il Pianeta e la nostra salute. Proprio per questo la presidente della Commissione europea cita esempi pratici: la Germania, dove è aumentata la vendita di veicoli elettrici, o la Polonia, principale esportatrice di batterie e bus elettrici. “Siamo noi i responsabili, e siamo noi che possiamo fare qualcosa“, conclude Ursula von del Leyen in vista del summit sul clima.
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