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Il digitale come mezzo per abbattere i livelli di emissione e migliorare la sostenibilità

Le aziende digitalizzate, oltre ad essere più produttive, sono economicamente più sostenibili e contribuiscono alla necessaria svolta green

Un abbattimento delle emissioni pare al 10% in meno rispetto al 2019 è l’apporto fondamentale che il digitale si prospetta di dare tra il 2020 e il 2030. Dal punto di vista dell’economia sostenibile, le aziende che hanno deciso di intraprendere la transizione digitale risultano più produttive del 64%; questo si lega anche ad un miglioramento della sostenibilità sociale. Si tratta di dati, riportati anche da Ansa, che fanno fede allo studio Digitalizzazione e sostenibilità per la ripresa dell’Italia; lavoro elaborato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Microsoft Italia presentato nell’ambito del Forum a Cernobbio.

A trarre beneficio dalla digitalizzazione, oltre all’economia, anche la sostenibilità ambientale. Il digitale, infatti, risulta essere un potente mezzo per attuare la transizione verde, con l’abbattimento di 37 milioni di tonnellate di CO2 annue. Sotto il profilo della sostenibilità sociale, l’adozione di nuovi modelli di collaborazione e nuove forme di lavoro, anche a distanza, sono solide basi per consentire alle aziende di migliorare il benessere delle persone e facilitare l’inclusione territoriale e sociale.

Le sfide del digitale

Come si legge ancora su Ansa, Silvia Candiani, Amministratore Delegato di Microsoft Italia, ha commentato l’importanza della digitalizzazione; “Le tre grandi sfide per il rilancio del nostro Paese – sostenibilità, digitale e inclusione sociale – sono strettamente legate tra di loro e, investendo in maniera sinergica e strategica, possono creare un circolo virtuoso in grado di accelerare non solo la ripresa, ma l’evoluzione verso nuovi modelli di business e vita più sostenibili”. Il diritto universale al digitale, per l’inclusione e ridurre le diseguaglianze; standard condivisi per misurare l’impatto delle aziende e un “New Deal” delle competenze. Sono questi i tre presupposti che la Candiani e Ambrosetti chiedono alla politica e alle imprese.

Verso una sostenibilità mondiale

Siamo in un momento unico dove le opportunità di colmare i gap e ritornare a crescere ponendo le basi per un futuro migliore per il nostro Paese sono davanti a noi. Serve un impegno corale e condiviso dal mondo pubblico e privato per realizzare il Digital Restart dell’Italia”, afferma ancora Silvia Candiani. A rivelare il grosso potenziale dello studio Digitalizzazione e sostenibilità per la ripresa dell’Italia anche Patrizia Lombardi.

Advisor scientifico del progetto, prorettore del Politecnico di Torino e Presidente della Rete italiana delle Università per lo Sviluppo Sostenibile, la Lombardi ha affermato: “Uno dei principali pregi dello studio è proprio quello di aver portato alla evidenza pubblica questi dati; sottolineandone la forza e l’urgenza“.

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