La tecnologia di prossima generazione potrebbe curare i danni celebrali o al midollo
Le nuove frontiere dell'innovazione tecnologica potrebbe essere un'importante svolta per recuperare lesioni gravi
La tecnologia di nuova generazione potrebbe essere la nuova strada per proporre delle cure valide quando subentrano danni celebrali o al midollo. Secondo quanto si legge su TecnoAndroid, un gruppo di ricreatori guidati dal professor Arto Nurmikko avrebbe dimostrato che circa 50 impianti cerebrali, realizzati con tecnologie avanzate, possono essere utilizzati per registrare l’attività neurale di un roditore. Tale ricerca potrebbe portare alla scoperta di terapie importanti per gli esseri umani.
Secondo i ricercatori, impegnati nello studio sull’attività neurale dei roditori, la tecnologia di nuova generazione che si avvale di particolari sensori detti neurograni, è in grado di registrare, in modo indipendente, gli impulsi; questi, di conseguenza, possono essere inviati, in modalità wireless, ad un hub centrale. La maggior parte dei sistemi di interfaccia cervello-computer, conosciuti come BCI, utilizza uno o due sensori per campionare fino a poche centinaia di neuroni. Raccogliendo dati da gruppi più grandi di cellule cerebrali è possibile ottenere maggiori informazioni sul funzionamento del cervello.
Le potenzialità della tecnologia di nuova generazione
Per comprendere meglio l’importanza della nuova ricerca, TecnoAndroid riporta l’opinione del ricercatore Nurmikko; lo scienziato spiega, infatti, “Finora, la maggior parte dei BCI sono stati dispositivi monolitici. L’idea del nostro team è quella di suddividere quel monolite in minuscoli sensori”. Per far sì che questo obiettivo sia raggiunto, i ricercatori spiegano che risulta necessario ridurre la complessità elettronica dello strumento che rileva, amplifica e trasmette i segnali neurali. Nello studio sui roditori, il dispositivo esterno si presenta come una piccolissima ‘toppa’ che si attacca al cuoio capelluto del cranio.
Gli scienziati spiegano che questa ‘toppa’ coordina i segnali dei neurograni; ognuno di essi ha il proprio indirizzo di rete, come una sorta di piccola torre di telefoni cellulari. Il professor Nurmikko spiega come la scoperta potrebbe rivoluzionare non solo il mondo tecnologico ma anche il campo medico; “La nostra speranza è che alla fine possiamo sviluppare un sistema che fornisca nuove conoscenze scientifiche sul cervello e nuove terapie che possano aiutare le persone colpite da lesioni solitamente irrecuperabili“.
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