Molto spesso, durante il periodo della pandemia di Covid-19, si è parlato di ambiente. Il fatto che fondamentalmente alla metà dei cittadini del mondo sia stato imposto di rimanere all’interno della propria abitazione ha infatti scaturito dei risultati sorprendenti a livello climatico. Questi, con il trascorrere dei mesi, non hanno però trovato una vera e propria costanza. L’uomo ha ricominciato ad inquinare il suo Pianeta, forse in maniera ancora peggiore rispetto al pre-pandemia. Oggi ci troviamo a tirare le somme di ciò che è accaduto da un anno e mezzo a questa parte e, appunto, la realtà dei fatti ci dice che non è cambiato quasi nulla. Ciò che è rimasto è però qualcosa di fondamentale: la possibilità di mettere in atto lo smart working.
A causa del distanziamento sociale abbiamo dovuto escogitare un sistema efficace per portare avanti la nostra routine lavorativa quotidiana. A distanza di quindici mesi dai primi provvedimenti imposti dalle autorità, oggi possiamo finalmente dare uno sguardo a dei numeri che dipingano in maniera realistica la nuova realtà di cui siamo protagonisti. Lo smart working ha dato i suoi frutti, e presumibilmente continuerà a darne nel prossimo futuro.
Bisogna continuare su questa strada
Secondo uno studio svolto dalla ong Carbon Trust e commissionato dal Vodafone Institute for Society and Communication, in Italia potremmo arrivare a risparmiare fino a 8.7 megatonnellate di CO2 ogni anno grazie allo smart working. Quella appena citata è una proiezione basata su un modello matematico. Quest’ultimo è costruito, ovviamente, sulla base dei dati raccolti nell’arco dell’anno e mezzo che è trascorso dall’inizio della pandemia globale.
Per rendere l’idea, un tale quantitativo di CO2 risparmiato equivarrebbe a quello generato da 60 milioni di voli tra Londra e Berlino. Se nella fase del lockdown più stringente gli italiani impegnati nello smart working erano 6.58 milioni, è possibile immaginare che questi possano raggiungere in un prossimo futuro quota 8.23 milioni. Una tale cifra corrisponderebbe a circa il 36% dei posti di lavoro ad oggi calcolati. A livello personale, ognuno di noi ha generato un risparmio di emissioni di carbonio pari al 112% rispetto all’epoca precedente alla pandemia. Provando a sommare gli output scaturiti da questi numeri, sembra evidente che il lavoro da casa sia qualcosa da incentivare sempre di più.
Rispettando tali ritmi ed ampliando la gamma di mansioni che, realisticamente, non necessitano di uno svolgimento “in sede”, riusciremo a fare qualcosa di grande per il nostro Paese. Niente più pendolari inutili, traffico ed inquinamento. Se è possibile lavorare da casa, che sia così!
LEGGI ANCHE: Le spiagge italiane invase dalla plastica: 783 rifiuti ogni 100 metri, lo dice Legambiente