Quando parliamo di clima, tendiamo a farlo sempre in chiave negativa in riferimento ai comportamenti umani. In effetti non potremmo fare diversamente, visto che il nostro agire è certamente la causa di una moltitudine di disagi di cui soffre la totalità degli abitanti della Terra. Oggi però vogliamo abbandonare momentaneamente questa chiave di lettura, andando semplicemente a curiosare nel libro dei record. Ci siamo domandati quale fosse il temporale più freddo mai registrato dalle stazioni meteo: la risposta che abbiamo trovato è stata piuttosto sorprendente.
Eventi climatici di questo genere sono davvero unici ed interessanti da analizzare. Soprattutto in alcune specifiche zone del mondo le perturbazioni sono capaci di raggiungere degli standard inimmaginabili. In pieno Oceano Pacifico ad esempio non è così insolito assistere a delle tempeste senza eguali, che definire come semplice temporale sarebbe oltremodo riduttivo. In uno di questi casi però si è raggiunta la temperatura più bassa mai registrata sul nostro Pianeta, ossia –111° C.
La tempesta perfetta
Era il 29 dicembre 2018 ed un temporale nel bel mezzo dell’Oceano più grande della Terra batteva ogni record mai registrato in precedenza. Per quanto riguarda la “terraferma” il primato appartiene alla stazione sovietica di Vostok, in Antartide: in quel caso, nel 1983, vennero toccati i -89°C.
Il temporale in questione è stato studiato accuratamente, ed un’interessantissima ricerca che lo vede come protagonista ha trovato spazio sulle pagine di Geophysical Research Letters. Secondo quanto riportato dagli scienziati firmatari, quello da loro osservato non è solamente un temporale da record, bensì un vero e proprio monito. Il rischio è infatti che eventi atmosferici di portata simile possano svilupparsi non solo in pieno oceano, ma anche in aree dove la civiltà ha messo le sue basi.
In tal caso avremmo un grandissimo problema: la forza distruttiva del temporale, unita alla temperatura generata al suo interno, risulterebbero fatali per la quasi totalità degli esseri viventi. Che questo sia dunque un buon motivo per non reiterare il disinteresse verso l’ambiente.
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