Molto spesso l’uomo, distratto dai ritmi incalzanti della vita moderna, tende a dare per scontato tutto ciò che lo circonda. Non che sia necessariamente colpa del soggetto qualunque, impegnato oggettivamente in pensieri molto più “terreni” rispetto a quelli riflessivi che stiamo per introdurvi. Ci sarebbe però un quantitativo infinito di cose da scoprire, e proprio per questo porci dei limiti non sarebbe giusto. Ad esempio, avreste mai pensato che l’economia circolare potesse interessare delle infrastrutture come i ponti?
No, non stiamo affatto scherzando. Pensate all’effettiva utilità che tali costruzioni hanno nella nostra vita. Per passare da un lato all’altro di un corso d’acqua le alternative non sono molte: o si naviga, o si nuota, o si costruiscono dei ponti. Se foste nati nei Paesi Bassi avreste certamente ancora più presente l’importanza che hanno queste infrastrutture. I progetti architettonici però sono in continua evoluzione, ed alcune aree del suddetto paese vorrebbero modificare l’aspetto dei ponti che sorgono nella zona. Il “ciclo vitale” di quelli più antichi però non è ancora concluso, e la demolizione sarebbe davvero uno spreco.
Ponti circolari
Proprio per questo motivo, da circa un mese nei Paesi Bassi è nata una banca digitale dei ponti. La somiglianza con una pagina di annunci è impressionante, ma la tematica trattata è del tutto inusuale. In pratica la soluzione è la seguente: i ponti possono essere smontati e spostati, a seconda della necessità di zone alle quali potrebbe far comodo un’infrastruttura del genere.
La Direzione Generale dei lavori pubblici e della gestione dell’acqua (Rijkswaterstaat) ha dunque ideato questo – assurdo – sistema di “scambio”, volto al risparmio di materiali ed ovviamente, alla riduzione della CO2 generata dai lavori. Sembra incredibile, ma una volta dato uno sguardo ai numeri, risulta più facile capire il perché di questo progetto. In Olanda, i ponti e viadotti gestiti dalla cosa pubblica superano le 40mila unità. Chapeau.
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