Più il tempo passa, più le nostre tasche si riempiono di oggetti tecnologici di grandissimo valore utili per facilitare la nostra esistenza. Soprattutto in un periodo storico come questo abbiamo compreso la reale importanza di tali dispositivi, in grado di ridurre la lontananza imposta dal distanziamento sociale. Come detto gli anni passano, ed inevitabilmente anche questo genere di oggetti ad un certo punto divengono obsoleti. Anche vista la sempre maggiore fruibilità a livello economico di un certo tipo di tecnologia, è bene parlare chiaramente di quello che è lo smaltimento corretto di questo genere di rifiuti.
Le logiche ecologiche infatti vanno messe in atto anche in questo frangente, poiché, come detto in precedenza, il parco di fruitori si sta ampliando sempre di più. Il settore del cosiddetto e-waste oggi è in grado di produrre una cifra spaventosa di rifiuti, che potrebbe arrivare a toccare quota 75 milioni di tonnellate all’anno in tutto il mondo nel 2030. La cifra che però deve metterci più in guardia è un’altra: ad oggi solo il 20% dei rifiuti tecnologici viene riciclato.
Valorizzare i rifiuti è fondamentale
E pensare che l’uomo ha da poco scoperto un sistema incredibilmente efficace per separare i vari metalli preziosi dai rifiuti elettronici. Una ricerca pubblicata su Materials Orizons ci informa infatti che, grazie ad un’ossidazione controllata che sfrutta la reattività dei componenti, è possibile differenziare abbastanza facilmente.
Tale metodo sarebbe anche abbastanza economico e relativamente sostenibile, ma ciò che manca è proprio la voglia di fare. Occorre un’inversione di rotta: non è possibile che oggi si ricicli solamente un quinto dei rifiuti tecnologici. Il tutto, in ogni caso parte da noi cittadini comuni. Più saremo capaci di differenziare, più il riciclo di questa tipologia di scarti sarà incentivato. Vedremo se in un prossimo futuro qualcosa cambierà.
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