Le azioni umane, nella maggior parte dei casi, non fanno altro che aggravare la situazione del Pianeta. Quando l’uomo interagisce con la natura in effetti dovrebbe essere molto più analitico, calcolando i rischi e tenendo presente che il benessere di quest’ultima ha la priorità su qualunque altra cosa. Ma di fronte all’interesse economico chiunque è capace di essere cieco, rivisitando completamente tale gerarchia. Pensiamo ad esempio alla deforestazione: l’uomo ha bisogno di spazio per edificare e di legno per costruire. Ecco che, tra il 1988 ed il 2017, siamo stati capaci di disboscare una media di 12.000 km2 all’anno.
Tale processo, oltre a non essere affatto sostenibile, non è proprio più concepibile. Ecco perché, nel momento in cui ci siamo resi conto di aver varcato la soglia dell’accettabile, stiamo cercando disperatamente soluzioni alternative. Una di queste potrebbe esserci fornita da un’idea nata al Mit, ovvero il Massachusetts Institute of Technology. Qui è nato il legno del futuro all’interno di un laboratorio, senza l’ausilio di luce solare di terreno su cui crescere.
Ecco il legno del futuro
Il progetto è ancora agli albori, ma rischia di essere qualcosa di rivoluzionario. Creare del legno in laboratorio tramite il semplice utilizzo di cellule vegetali potrebbe essere la soluzione per salvare (questa volta seriamente) il patrimonio verde di tutto il mondo.
La prima firma della ricerca pubblicata sul Journal of Cleaner Production è quella di Ashley Beckwith: la giovane scienziata ha infatti ideato il sistema di creazione del legno in laboratorio. Si è iniziato riproducendo un vegetale semplice, come quello della pianta di zinnia, ma nulla vieta di pensare a delle dinamiche molto più utili per il nostro ambiente.
Si pensi che, a titolo di esempio, per la costruzione di un tavolo in media occorre un albero che cresce nell’arco di 20 anni. Per fare altrettanto con del legno creato in laboratorio sarebbero necessari solo pochi mesi, ed il Pianeta ne gioverebbe ampiamente.
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