Tra le righe delle nostre pubblicazioni avete spesso avuto modo di leggere riferimenti agli equilibri naturali. Questi, nella maggior parte dei casi, sono stati intaccati dall’opera antropica, ovverosia dal disinteresse dell’uomo nei confronti del creato di Madre Natura. I fenomeni che tendiamo a dare per scontati infatti si verificano per una serie di combinazioni che la scienza ama studiare. Uno dei più celebri è certamente la corrente del Golfo, un flusso di acqua calda che parte dalla zona del Messico per raggiungere la zona dell’Atlantico Settentrionale.
Tale flusso è fondamentale per la mitigazione del clima, soprattutto per quanto riguarda le realtà nord europee. Una ricerca svolta dal Potsdam Institute for Climate Impact Research e dall’Irish Climate Analysis Unit della Maynooth University ha analizzato il rallentamento che la corrente del Golfo sta facendo segnalare negli ultimi anni. La portata è sensazionale: 20 milioni di metri cubici di acqua al secondo si muovono da una parte all’altra dell’oceano. Una modifica di tale equilibrio potrebbe scaturire delle conseguenze catastrofiche.
Nessuna buona notizia
Secondo quanto scritto tra le righe della ricerca pubblicata su Nature Geoscience, la tendenza sarebbe quella ad un cambiamento sempre più consistente. La Corrente del Golfo potrebbe infatti rallentare fino al 45% entro il 2100. Il motivo è presto spiegato: lo scioglimento dei ghiacci e la conseguente acqua fredda rilasciata nei mari nordici sarebbero in grado dunque di inficiare sulla “qualità” di questo incredibile processo naturale.
Le conseguenze più importanti potrebbero interessare la costa atlantica degli Stati Uniti, con un innalzamento importante del livello del livello del mare. Come se non bastasse, il cambiamento del ritmo della corrente del Golfo potrebbe far moltiplicare drasticamente gli eventi climatici estremi nel continente europeo. Insomma, nessuna buona notizia.
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