Se pensate che il problema dell’inquinamento coinvolga esclusivamente il nostro Pianeta, ci dispiace informarvi che vi sbagliate di grosso, Certo, i danni che creiamo alla Terra sono evidenti ed in qualche maniera più “vicini” alla nostra esperienza di vita. Ma – ne siamo convinti – grazie solamente ad un paio di numeri, riuscirete a convincervi che questo problema è anche sopra la vostra testa. Nello spazio, attorno al nostro Pianeta, orbitano circa seimila satelliti utilizzati per gli scopi più disparati. Di questi, circa un 60% non sono più operativi e sono considerabili a tutti gli effetti rifiuti spaziali.
L’uomo ha affrontato, da quando la tecnologia lo ha reso possibile, la corsa allo spazio. Ma anche in questo caso – e sorprenderci sarebbe ai limiti dell’ipocrisia – ha trovato il modo di inquinare. Nonostante tali scelte siano inconcepibili, almeno in questo caso siamo in grado di rimediare ai nostri errori prima che questi diventino insormontabili. Ecco perché dal Giappone è sorta un’idea geniale: creare dei satelliti, o almeno parti di essi, con una sostanza infiammabile, cioè il legno.
Alberi nello spazio
L’idea è quella di lanciare i primi satelliti costruiti con il legno entro la fine del 2023 in orbita. Oggi siamo alla fase embrionale del progetto: il materiale infatti è sottoposto a stress termici e a luci particolari. L’idea è venuta ad alcuni ricercatori dell’Università di Kyoto, accompagnati dall’esperienza di Sumitomo Forestry, azienda che gestisce 16500 ettari di foreste in Giappone.
In questa maniera, i satelliti in disuso, una volta tornati a “toccare” l’atmosfera terrestre, si disintegrerebbero totalmente. Oggi avviene la medesima routine anche con i loro cugini classici. Il punto è che questi ultimi, bruciando, rilasciano microparticelle di alluminio destinate ad orbitare per sempre attorno alla Terra. Insomma, un problema da non sottovalutare al quale – sembrerebbe – abbiamo già trovato una potenziale soluzione.
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