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SPAGNA, TROPPI TERRENI E POCA ACQUA: LE FALDE ACQUIFERE STANNO ESAURENDO LA DISPONIBILITÀ

I cambiamenti climatici costituiscono una delle più grandi tragedie della storia umana, oltre che la più grande delle colpe. Le conseguenze di questi infatti sono tantissime e si ripercuotono sulla nostra vita in un numero infinito di frangenti. Siamo abituati a pensare il contestooccidentale” come quello del benessere, lasciando le vere e proprie difficoltà a quello che amiamo definire “terzo mondo”. Seguendo un tale ragionamento l’acqua potabile dal rubinetto di casa dovrebbe essere un qualcosa che, senza la minima difficoltà, dovrebbe trovarsi almeno in tutto il continente europeo.

Così non è: a Fuente de Piedra ad esempio, vicino Malaga, ciò non è possibile da oltre 4 anni. Il perché è molto semplice: le falde acquifere, già scarse, sono state perforate troppo in profondità. Il risultato è che oggi l‘acqua è salata.

Acqua, questa sconosciuta

Il problema delle falde acquifere e dell’acqua in generale non è contestualizzato esclusivamente nel paesino sovracitato. Nelle regioni spagnole di Andalusia, Castiglia-La Mancha, Extremadura e Murcia le precipitazioni sono calate tra il 24 e il 40% negli ultimi 20 anni.

I terreni coltivabili, al contrario, hanno fatto riscontrare un aumento del 15% negli ultimi 10, raggiungendo gli oltre 2 milioni di ettari. Queste due variabili fanno si che l’acqua finisca per mancare proprio alla popolazione.

Sembra incredibile, ma con dei numeri del genere la distribuzione di un bene prezioso come l’acqua dovrebbe essere più equa e ponderata. D’altronde i numeri parlano chiaro: i tre bacini idrici più importanti di questa zona sono in condizioni pressoché disperate. Nel dettaglio, i bacini del Segura oggi sono al 35.5% della loro capacità, quelli del Guadiana al 32.5% e quelli del Guadalquivir al 32.1%.

 

 

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