I problemi che l’uomo può creare al Pianeta sul quale vive da sempre sono purtroppo pressoché infiniti. Spesso, leggendo un incipit del genere, si va a finire su tematiche come l’inquinamento e l’ecologia. Non è un caso però che il termine “pressione antropica” sia abbastanza generico: in questa definizione infatti vengono racchiuse tutte le attività legate alle necessità o al volere umano. Facendo una sintesi dunque rischiamo di sbagliare costantemente, o meglio di mettere a repentaglio la nostra stessa salute tramite ogni piccolo gesto. Il fatto ad esempio che la popolazione mondiale sia in rapido aumento non può che incidere sull’approvvigionamento del cibo. Ecco perché in molti stanno pensando a delle soluzioni tecnologiche. Una di queste è creare dei veri e propri filetti di pesce in laboratorio.
Qualche giorno fa vi avevamo introdotto un discorso simile, parlando dei nuggets di pollo prodotti in un laboratorio di Singapore e messi in commercio. Bene, la questione non finisce qui…
Il paradosso è servito
Il cibo non basta per tutti. Ovviamente una frase del genere è un’esasperazione della realtà, ma di fatto uno scenario apocalittico non è così lontano. Per soddisfare le richieste di tutti infatti finiamo per attuare logiche antropocentriche che, oltre a sfruttare gli animali, inficiano sulle condizioni della Terra, inquinandola ed avvicinandola al collasso.
Ecco perché dobbiamo rimediare il prima possibile a queste dinamiche, trovando soluzioni alternative valide. Una di queste potrebbe essere appunto la produzione di filetti di pesce in laboratorio. Anche in questo caso l’idea è quella di partire da una base di proteine vegetali, modificate geneticamente per ottenere ciò che ci occorre.
Ad oggi, sempre nel contesto di Singapore oltre che negli Stati Uniti, si sta provando a riprodurre il salmone del Pacifico tramite l’utilizzo di cellule staminali. La scelta in laboratorio è ricaduta su questo pesce poiché si tratta della seconda specie preferita dai cittadini americani, nonché quella su cui i metodi tradizionali hanno inficiato di più nel tempo. Si tratta più che altro di uno step mentale necessario ai futuri consumatori: l’idea di mangiare del pesce creato in laboratorio non è esattamente invitante. Ma d’altronde non si pensi che il pesce che troviamo nei supermercati sia stato pescato in mare aperto la notte precedente…