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Italia in prima linea per lo smaltimento dei rifiuti tessili: in anticipo su tutta l’Europa

Più passa il tempo, più l’uomo accumula rifiuti di qualsiasi tipo. Nulla di nuovo: la nostra specie infatti, fin dalla sua comparsa, ha inficiato sull’ambiente grazie al proprio scarto generato da qualunque tipo di attività. Con il tempo, l’avanzare delle tecnologie e rispettando le peculiarità di ogni periodo, i rifiuti hanno rappresentato un cruccio per il genere umano. In questa epoca, oltre a quello che riguarda i materiali plastici, possiamo dire che il nostro più grande tormento è quello dello smaltimento dei rifiuti tessili.

La popolazione mondiale aumenta: ciò, inevitabilmente, genera una necessità di produzione sempre più alta. Se poi i costi di fabbricazione vengono abbattuti, si rischia di cadere nel buco nero originato dalla mentalità consumista.

Numeri in rapido aumento

Grazie all’industria dell’abbigliamento sono generate 1.2 miliardi di tonnellate di gas serra ogni anno, un numero incredibilmente alto. Come se non bastasse, il fast fashion rappresenta una delle più grandi contraddizioni della nostra epoca. Poter acquistare una t-shirt a prezzo stracciato non fa altro che incoraggiarci a comprarne un numero spropositato. Ciò finisce per generare un quantitativo di rifiuti tessili sempre maggiore, sul quale dovranno essere attuate logiche di smaltimento.

Rendendosi conto di questi numeri in rapida ascesa, l’Europa ha deciso di dettare le regole. Entro il 2025 ogni stato membro dovrà provvedere alla raccolta differenziata dei materiali tessili, per facilitarne lo smaltimento. L’Italia ha deciso di anticipare il tutto, spostando il proprio goal al 2022.

Sul nostro suolo oggi vengono generate 150 mila tonnellate l’anno di rifiuti tessili, in aumento del 20% rispetto ai dati del 2014. A livello europeo invece il settore dello smaltimento dei materiali tessili deve far fronte a dei numeri molto più alti. Si stima infatti un aumento impressionante di questi da 2.8 fino a 5.5 milioni di tonnellate.

Insomma, non possiamo più sottovalutare quello che rappresenta un grandissimo problema della società moderna figlia del consumismo: ce lo impone il Pianeta. Fortunatamente, per una volta, l’Italia sembra essere in prima linea rispetto a questa battaglia.