Spesso, quando parliamo di inquinamento, tendiamo a pensare in maniera limitata a questo fenomeno. Per quanto riguarda il contesto cittadino, la condanna con la quale siamo più abituati a competere è quella delle polveri sottili. Queste nella maggior parte dei casi provengono dagli scarichi delle automobili che, ferme nel traffico, rilasciano sostanze tossiche che poi vengono respirate dai cittadini stessi.
Altrettanto, in riferimento al sovraccarico che è avvenuto negli ultimi anni per quanto riguarda i materiali plastici, per prima cosa pensiamo al mare. Le immagini di bottigliette sulle spiagge o di buste mangiate da tartarughe sono assai forti e significative. E se, grazie a un progetto pionieristico si scoprisse che le microplastiche sono presenti anche nell’aria?
Dai vestiti al cielo
Queste nella maggior parte dei casi sono provenienti dai vestiti sintetici indossati dalle persone comuni. Secondo questa logica sarebbe normale una grandissima concentrazione per quanto riguarda i luoghi chiusi, ed effettivamente è così.
In Spagna però non si accontentano, e hanno voluto analizzare la faccenda nei minimi dettagli. Ciò che è stato scoperto è davvero sorprendente, poiché le rilevazioni sono state effettuate dall’aeronautica ad una altitudine media di 2000 metri, sorvolando la città di Madrid.
Parliamo di residui di viscosa e cotone, prettamente di colore blu. Poliesteri, poliammidi e poliolefine completano l’opera. La concentrazione è circa di 13,9 particelle microplastiche per metro cubo nel cielo della capitale spagnola, circa 10 volte maggiore rispetto a quella evidenziata nelle aree rurali limitrofe.
La ricerca, pubblicata su Science of the Total Environment dona nuova linfa alla questione inquinamento: non possiamo assolutamente vivere sereni, ormai è un dato di fatto.